Il film: “Napoli-New York, una fiaba di Natale sulla speranza e sulla forza dei bambini
In un cast all'altezza del compito, merita una menzione particolare Pierfrancesco Favino, al quale va il merito di essere il collante dell'intera storia
Napoli – New York è un dichiarato omaggio di Gabriele Salvatores ai grandi maestri del cinema italiano. In primo luogo, a Federico Fellini, poiché il film è stato realizzato su una sceneggiatura che l’autore di La dolce vita scrisse insieme a Tullio Pinelli senza però mai portarla sul grande schermo. Allo stesso tempo, il regista di Io non ho paura tiene ben presente anche la cinematografia di Roberto Rossellini e del suo Paisà, evocato come pellicola di successo degli anni Quaranta proiettata nei cinema delle metropoli statunitensi. Queste ispirazioni classiche rendono Napoli – New York un film gradevole, una fiaba natalizia segnata da intelligenza stilistica: scenografia, sceneggiatura e recitazione (bravissimi i due giovani attori interpreti di Celestina e Carmine) sono impeccabili e rendono le due ore di proiezione un inno alla speranza e alla forza dei bambini.
La prima parte, quella della sopravvivenza a Napoli e del viaggio in nave, è bellissima. Dapprima, assistiamo alla classica messa in scena di un’eterna città palcoscenico, in cui gli abitanti, martoriati dalle bombe e dalla fame, architettano i più fantasiosi espedienti per riuscire a tirare avanti. Una città dove anche i più piccoli imparano, fin dall’infanzia, l’arte d’arrangiarsi, appiccicandosi il più delle volte ai turisti e alle persone benestanti per offrire pacchetti di sigarette di contrabbando e passaggi in barche prese in prestito ad insaputa del proprietario. Segue poi la narrazione del viaggio in nave, da clandestini, in cui le differenze sociali vengono accentuate dalle differenti sezioni dello scafo dove i passeggeri si trovano ad alloggiare. Una traversata oceanica avventurosa e ricca di incontri, segnata nella sua fase d’avvio dal sottofondo musicale di un toccante A Salty Dog dei Procol Harum. E sarà proprio durante il viaggio, nel momento in cui verranno scoperti “passeggeri illegali”, che Celestina pronuncerà al capitano della nave la frase “anche morire di fame è illegale”, certificando l’impossibilità di riuscire, in questo caso, a far coincidere legalità e giustizia. La seconda parte, dallo sbarco nella metropoli americana in poi, accentua i toni della fiaba e il film deve, per forza di cose, marcare maggiormente anche tutti gli elementi tipici della narrazione di genere.
Si elevano così, forse talvolta in maniera eccessiva, al ruolo di protagonista il “sogno americano” che impera sovrano tra la gente di New York, gli “usi e costumi” degli italiani che popolano Little Italy e che passano le giornate tra cibo abbondante, musica in piazza e la sacralità delle processioni accompagnate dalla banda, fino alla malinconia del soul dei neri costretti a rifugiarsi nel proprio ghetto, vittime di pregiudizi e proibizioni. Girato tra Napoli, Trieste, Fiume e gli studi di Cinecittà, Napoli – New York non perde minimamente la lucidità autoriale tipica di Salvatores che è saldo nel porre la macchina da presa ad altezza di bambino (ed anche più in basso, con le suggestive riprese delle sfavillanti scarpe delle donne americane), portando lo spettatore fino in fondo al baratro della vicenda, rappresentato dalla possibile condanna a morte di Agnese, la sorella maggiore di Celestina. In un cast all’altezza del compito, merita una menzione particolare Pierfrancesco Favino, al quale va il merito di essere il collante dell’intera storia, capace di passare con disinvoltura dal recitare con adulti e bambini, in italiano e in inglese, nel registro del dramma e della commedia.
NAPOLI – NEW YORK di Gabriele Salvatores. Con Pierfrancesco Favino, Dea Lanzaro, Antonio Guerra, Anna Ammirati, Omar Benson Miller, Anna Lucia Pierro, Tomas Arana, Antonio Catania
Produzione: Paco Cinematografica, RAI Cinema; Distribuzione: 01 Distribution; Italia, 2024
Drammatico, Colore
Durata: 2h 4min