Il film: “Linda e il pollo”, basta un pollo per far tornare a splendere i colori

Il delicato film d’animazione di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach è un inno al coraggio e alla determinazione degli adolescenti

L’elaborazione del lutto, i rapporti complessi tra madre e figlia, i conflitti tra sorelle, l’amicizia tra ragazzi e il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Sono questi i temi trattati dal delicatissimo Linda e il pollo, film d’animazione di produzione italo-francese. Gli autori sono Chiara Malta (apprezzata a Toronto nel 2019 per Simple Women) e Sébastien Laudenbach (rivelatosi nel 2016 con La jeune fille sans mains) e la pellicola, presentata nella sezione ACID a Cannes 2023, una rassegna parallela al festival principale dedicata in genere ad opere prime audaci e coraggiose, in poco tempo ha fatto incetta di premi. Solo per citare i più importanti, si è aggiudicata nel 2023 il Cristal per il lungometraggio del Festival internazionale del film d’animazione di Annecy e il premio alla miglior sceneggiatura al Torino Film Festival, mentre nel 2024 ha portato a casa il premio Lumière e il premio César, entrambi per il miglior film d’animazione. La protagonista della storia è appunto Linda, una bambina di otto anni, orfana dall’età di un anno. Sta vivendo un intenso rapporto conflittuale con la madre Paulette, inasprito dal ricordo continuo della prematura morte del marito-padre che ha segnato per sempre la loro esistenza.

Dopo l’ennesimo litigio e la conseguente punizione, la madre si accorge di aver ingiustamente castigato la figlia e, per farsi perdonare, le promette che esaudirà qualsiasi suo desiderio. Linda le chiede, quindi, di cucinarle il pollo con i peperoni, proprio la pietanza che sette anni prima era in tavola nel momento del fatidico malore del padre. La ragazzina è arrabbiata con sé stessa perché pur sentendo forte la mancanza del genitore, pur sapendo di averlo amato intensamente, non ricorda più chi fosse. Quel piatto magari potrebbe inconsciamente far riaffiorare quei ricordi sbiaditi. Ed ecco che il poulet di Linda diventa un po’ come le madeleine di Proust. Inizia così una caccia al pollo, ma tutto sembra complottare contro Linda e Paulette: uno sciopero generale ha fatto abbassare le saracinesche a negozi e supermercati, i proprietari della fattoria che alleva gli animali non sono in casa perché stanno partecipando proprio alla manifestazione generale indetta per le strade della Francia. Ed allora, alla mamma non resta che rubare un pollo dal recinto dell’azienda e scappare in auto insieme alla figlia.

Un gesto quest’ultimo che restituisce complicità affettiva a mamma e figlia e, costrette ad inseguire il pollo che nel frattempo è fuggito, capace di innescare una girandola di avvenimenti che mineranno l’ordine precostituito: allagamenti casalinghi, piatti bruciati nel forno, manette ai polsi da parte della gendarmeria, gatti che inghiottiscono di tutto, anziani che svengono dall’emozione, biciclette che rincorrono camion (senza dubbio la scena più divertente accompagnata da La gazza ladra di Gioacchino Rossini). E mentre il volatile proprio non ne vuole sapere di finire in padella, Linda e i suoi coetanei si impossesseranno idealmente del quartiere a scapito di adulti sciocchi e ottusi.

In Linda e il pollo gli autori si sono avvalsi di un tratto stilistico minimale, con disegni apparentemente appena abbozzati, mirati quasi esclusivamente alla sottolineatura del colore. E così se Paulette è la signora tutta in arancione, Linda è il giallo, il gatto il viola, la zia Astrid il rosa, il padre prematuramente scomparso il rosso. Per sottolineare che siamo in presenza di un racconto ad altezza bambino. E se “in fondo alla memoria la notte è nera” a volte può bastare un pollo per far tornare a splendere i colori.

LINDA E IL POLLO [Linda veut du poulet!] di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach

Produzione: Dolce Vita Films; Distribuzione: I Wonder Pictures; Francia, Italia, 2023

Animazione; Colore

Durata: 1h 23min