Il film: “Licorice Pizza”, tra la voglia di crescere in fretta e quella di rimanere eternamente adolescenti

Alana e Gary sono due adolescenti che corrono veloci. Hanno fretta di raggiungere nuovi orizzonti, ma anche di scappare dalle loro ultime avventure. Si cercano, si lasciano, si cercano di nuovo, mentre David Bowie, Sonny e Cher cantano le loro canzoni.

Licorice Pizza è la rappresentazione di un’adolescenza in perenne movimento, dove la macchina da presa del regista Paul Thomas Anderson (Magnolia, Il petroliere, The Master) sembra quasi far fatica a stare al passo dei suoi protagonisti. Siamo nella San Fernando Valley della Los Angeles del 1973 e i due ragazzi si incontrano per caso in occasione della foto per l’annuario del college. Alana Kane ha 25 anni, è l’assistente del fotografo ed ha una grande capacità di attirare l’attenzione su di sé. Gary Valentine ha dieci anni di meno, una carriera di attore-bambino alle spalle e l’abilità imprenditoriale del self made man.

Non sappiamo se erano destinati ad incontrarsi, sappiamo solo che, una volta incrociate le loro vite, a più riprese quasi si fidanzano, si mettono in affari. Attraverso Licorice Pizza Paul Thomas Anderson conferma ancora una volta la sua grande capacità di saper portare sul grande schermo i rapporti tra gli esseri umani con una storia dall’ambientazione autobiografica. E soprattutto conferma la sua immensa disinvoltura narrativa, riuscendo a passare con facilità da un amore affascinante ma malato come quello de Il filo nascosto (l’acclamato film del 2017) a un rapporto tenero e spontaneo come quello tra Alana e Gary. Una storia semplice che diventa anche il pretesto per raccontare la propria gioventù, con il suo desiderio contraddittorio di crescere in fretta senza mai diventare grandi, affidandosi allo sguardo lucido dell’uomo maturo che ripensa al tempo che fu con dolcezza e malinconia. Un viaggio delicato nel cuore delle emozioni vissute in un’epoca irripetibile (gli anni Settanta) eppure uguale a tutte le altre con i ragazzi che vivono i primi tormenti amorosi, i grandi che sembrano non riuscire a comprenderli, la benzina che diventa introvabile e le guerre che si combattono come se niente fosse.

Licorice Pizza è un racconto di formazione che pone lo sguardo del regista anche verso l’età della propria maturità artistica, proiettata verso un cinema da affidare ad attori nuovi e sconosciuti. Come Alana Haim, che interpreta la protagonista femminile che porta lo stesso nome, un’attrice esordiente dal volto spigoloso ma ricco di potenti espressioni, e come Cooper Hoffman, un paffuto e brufoloso Gary, figlio d’arte del compianto Philip Seymour Hoffman.

In Licorice Pizza le cose semplicemente accadono e mentre gli adulti spesso parlano a sproposito (azzeccati i camei di Sean Penn, Tom Waits e Bradley Cooper) i giovani sanno tacere per pudore (meravigliosa la telefonata silenziosa), con le inquadrature laterali delle loro corse che diventano, oltre la sceneggiatura e il montaggio, pura arte del visibile. Licorice Pizza era una catena di negozi di dischi molto in voga nella California degli anni Settanta. Seppur la pellicola sia ricca di riferimenti d’epoca (dai materassi ad acqua ai flipper, dai ridicoli cravattoni colorati ai telefoni da parete) non ci mostra alcun cenno diretto a questa attività commerciale e alla magia del vinile. E allora il senso del titolo non può che risiedere nelle corse a perdifiato di Alana e Gary che, come la puntina di un giradischi, girano per tutto il film senza mai fermarsi, passando da una traccia all’altra della colonna sonora della loro adolescenza.

 

LICORICE PIZZA [LICORICE PIZZA] di Paul Thomas Anderson.

Con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Tom Waits, Bradley Cooper, Benny Safdie, Maya Rudolph

Produzione: BRON Studios, Ghoulardi Film Company; Distribuzione: Eagle Pictures; USA, 2021

Commedia, Drammatico; Colore

Durata 2h 13min