Il film: “In viaggio”, i sogni e l’indifferenza degli uomini attraverso la voce di papa Francesco
Espressioni come «non avere paura di sognare», «globalizzazione dell’indifferenza», «fermare il commercio delle armi», «società che usa e getta le persone», ricorrono praticamente in tutti i discorsi pubblici estratti da alcuni dei 37 viaggi che ha compiuto visitando 53 Paesi. Allo stesso tempo, il film racconta la peculiarità di ogni angolo della Terra che ha visitato, rappresentata da popoli in fuga dalle guerre e da muri artificiali che accentuano differenze sociali, religiose ed economiche. Negli 80 minuti che il regista di Sacro GRA, Fuocoammare e Notturno ha assemblato per il grande schermo, colpisce il repentino cambiamento fisico che in questi anni ha segnato l’uomo Jorge Mario Bergoglio. Un corpo martoriato non soltanto dall’inesorabile avanzare dell’età, ma anche dal vedere il suo grido di dolore (che nella pellicola inizia nel 2013 da quella Lampedusa tanto cara anche al regista) totalmente inascoltato. Dal punto di vista cinematografico, In viaggio non eccelle per stile di regia poiché si affida ad immagini di repertorio, montate con taglio giornalistico che fanno del rendere invisibile la mano dell’autore proprio la loro caratteristica principale.
Da bravo cineasta, Gianfranco Rosi aggiunge comunque spezzoni tratti dai documentari che l’hanno reso celebre ed immagini in bianco e nero girate in varie epoche del secolo scorso. Non potendo catturare l’attenzione dello spettatore per l’originalità della messa in scena, In viaggio si ritaglia il ruolo di opera importante per essere il diario di bordo delle attraversate del globo di papa Francesco, da consegnare all’uomo degli anni Venti che, ancora una volta impegnato in tragici combattimenti, è riuscito a trasformare il desiderato «Mai più!» guerre, nel temuto «per sempre». Reduci da anni di isolamento forzato, la pellicola fa riflettere su quanto la pandemia sia stata devastante per la missione di un papa che ha fatto del contatto fisico con il prossimo l’elemento caratterizzante la potenza del proprio messaggio.
Gli abbracci, la mimica facciale, il parlare la lingua del luogo, sono stati un potente segnale di straordinaria novità che si è dovuto bruscamente interrompere. L’erede di Pietro che si presentò al mondo con «signore, signori, buonasera», che augura ogni domenica «buon pranzo», che frequenta i negozi romani come un semplice cittadino, quando è stato costretto ad allontanarsi fisicamente dalla gente ha visto limitare la sua dirompente forza comunicativa. Tra i tanti esseri umani che ha incontrato sulla sua strada, si percepisce come la connessione tra papa Francesco e i potenti della Terra sia stata sempre difficile. Per assurdo, ma fino ad un certo punto, il dialogo più efficace che ci viene mostrato è proprio quello che ebbe con gli astronauti della stazione orbitante che, seppur distanti centinaia di chilometri, lo ascoltarono con attenzione e rispetto. E allora tra le leggendarie immagini di una piazza San Pietro spettrale che lo accolse durante i momenti più ristrettivi della pandemia e i primi piani di una mascella irrequieta che simboleggia pensieri profondi, In viaggio ci restituisce l’essenza più autentica di un pontefice scomodo e rivoluzionario che, in troppi, si sono limitati a guardare senza riuscire a vederlo, ad ascoltare facendo finta di non sentirlo.
IN VIAGGIO di Gianfranco Rosi.
Produzione: 21 Uno Film, RAI Cinema, Stemal Entertainment; Distribuzione: O1 Distribution; Italia, 2022
Documentario, Colore
Durata: 1h 20min