Il film: “Hit Man”, un irriverente sberleffo al cinema americano

Un Glen Powell dai mille volti è il protagonista di una divertente commedia sentimentale travestita da thriller mozzafiato

Sono trascorsi circa vent’anni da quando il regista Richard Linklater ebbe occasione di leggere la vicenda di Gary Johnson, un dimesso professore di filosofia che, nei ritagli di tempo, lavorava per la polizia, assumendo sotto copertura l’identità di un feroce killer destinato ad incastrare i suoi mandanti e salvare la vita alle vittime predestinate. Oggi questa storia, Linklater ha finalmente deciso di trasformarla in un film, Hit Man – Killer per caso, che arriva nelle nostre sale dopo la presentazione in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia. Una pellicola divertente che oscilla, con sapiente dosaggio degli ingredienti, tra il noir e la commedia sentimentale, tra il thriller mozzafiato e il poliziesco.

Un film dove al nostro killer part-time tutto sembra filare liscio, almeno fino a quando sulla sua strada irrompe la sensualissima Madison che gli commissiona l’omicidio del marito. Peccato che Gary, diventato nel frattempo lo spietato Ron, si innamori della donna ed allora saranno guai seri per entrambi. Hit Man – Killer per caso si regge sulla straordinaria interpretazione di Glen Powell, abile nel trasformarsi continuamente sia fisicamente, attraverso parrucche e improbabili abiti da killer, che psicologicamente, tra un remissivo Gary e uno spietato Ron. Un trasformismo al servizio della macchina da presa di Linklater che gioca con i generi della cinematografia americana e, soprattutto, con il prendersene gioco.

Uno sbeffeggiare raffinato e irriverente che ti fa sorridere quando meno te l’aspetti, ma che contribuisce anche a farti riflettere sulle fragilità umane, proprio mentre la leggerezza narrativa sta dominando sovrana. Un depistaggio continuo che caratterizza anche Gary, un professore di filosofia che vuole portare senza particolari sobbalzi i suoi allievi ad uscire dalla comfort zone che stanno accettando remissivamente, ma anche capace di trasformarsi in Ron, nel momento in cui decide di tirarsi fuori dalla routine quotidiana lanciando saette e fuochi d’artificio. E se in Hit Man – Killer per caso a Glen Powell vanno riconosciuti anche i meriti di aver partecipato alla stesura della sceneggiatura, l’attrice portoricana Adria Arjona Torres che interpreta Madison regge alla grande le schermaglie con il protagonista, a partire dalla sequenza centrale dove i due inscenano un finto litigio, pronunciando con enfasi le parole che Gary/Ron sta scrivendo in diretta sul cellulare per depistare i colleghi poliziotti insospettiti dalla morte del marito della donna. “I sicari non esistono, la gente ci crede perché li ha visti nella fiction” racconta il protagonista agli spettatori, fiction nella fiction dove i substrati narrativi si accavallano, con la messa in scena che diventa sintesi di una finzione che si sovrappone all’altra.

Il tutto, in un gioco del doppio, del triplo e così via, che è la cifra stilistica principale del film: Gary/Ron è, infatti, credibile come spensierato filosofo, ma anche come ruvido poliziotto e tanto più come romantico seduttore; Madison non è da meno nel vestire i panni della tenera amante ma anche quelli della spietata assassina.  Con Hit Man – Killer per caso Linklater realizza un film che si presenta come un classico del cinema americano senza particolari spunti di rilievo, salvo poi diventare un intelligente trattato a tutto campo sul cinema inteso come linguaggio di generi, ma anche come rappresentazione da condividere con lo spettatore, affascinato da questa singolare esplorazione delle pulsioni umane, da questa piacevole terapia d’immagini.

HIT MAN – KILLER PER CASO [Hit Man] di Richard Linklater. Con Glen Powell, Adria Arjona Torres, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard

Produzione: AGC Studios, Shivhans Pictures; Distribuzione, BIM Distribuzione; USA, 2023

Noir, sentimentale, commedia; Colore

Durata: 1h 55min