Il film: “Chiara”, l’altra metà del cielo francescano

In questa posizione quasi da gregario, però, si perde molto dello spessore storico di Chiara stessa: anche lei figlia di nobili ostili alla sua vocazione, Chiara dovette affrontare ancora più ostacoli di Francesco nella sequela radicale del Vangelo, trovando opposizione anche in seno al neonato ordine e alla più grande Chiesa cattolica. Fu la prima donna al mondo a scrivere una regola per donne, cambiando per sempre la storia del cristianesimo.

Il film di Susanna Nicchiarelli segue alcuni episodi della vita di Chiara dal 1211, anno della sua consacrazione, al 1252, la stesura della Regola. Tra l’uno e l’altro estremo si inseriscono episodi tratti dall’agiografia ufficiale di Tommaso da Celano e dalle legende, ma anche dalle biografie francescane e dalle cronache dell’epoca, il tutto supervisionato da una consulente d’eccezione come la storica medievista Chiara Frugoni.

Nicchiarelli è al suo terzo biopic al femminile, dopo i ritratti di Christa Päffgen in «Nico, 1988» e della figlia minore di Karl Marx, Eleanor, in «Miss Marx». L’intento della regista e sceneggiatrice è sempre quello di restituire la dovuta considerazione a figure troppo spesso trascurate dalla storia, messe in ombra nelle narrazioni ufficiali, relegate a ruoli secondari quando invece sono state tra le grandi protagoniste del proprio tempo.

Il risultato è un film inaspettato, profondo e intenso, appassionato, a tratti perfino commovente, attento alla caratterizzazione della protagonista come anche alla ricostruzione storica, a partire dalla lingua, un volgare umbro riscoperto in una parlata quotidiana che trova la propria massima espressione nel magnifico «Cantico delle creature».

Già il titolo è una dichiarazione d’intenti: semplicemente «Chiara», senza “santa”. Margherita Mazzucco interpreta infatti una donna eccezionale, che per quanto cominci immaginandosi al posto di S. Scolastica da Norcia o perfino della Vergine Maria nei suoi sogni a occhi aperti, vuole stare tra la gente, tra i poveri, e trova nella propria fama, appunto, di santa, un ostacolo al servizio degli ultimi della terra, che cominceranno a guardarla con un misto di adorazione e timore.

Passando dalla forza della ribellione giovanile alla maturità dell’età adulta, dal fiero assolutismo morale che mette Chiara in rotta coi confratelli alla saggezza che sa accettare compromessi, Nicchiarelli delinea un personaggio appassionato, innamorato, che segue alcuni principi irrinunciabili, primo tra tutti la povertà, per amore di un Sposo con cui è in continuo dialogo. Anche i miracoli, presentati senza alcun sensazionalismo e ripresi dai testi agiografici, sono manifestazione di questa vita in comunione con Dio, mai espressioni di potenza.

La grandezza di Chiara si mostra nel confronto con gli uomini coevi, presentati in modo mai tipizzato né ideologico: all’interno dell’ordine si trova il supporto affettuoso di Francesco e l’ostilità sospettosa di altri frati, nella Chiesa si va dalla fiduciosa apertura di Innocenzo III al conservatorismo chiuso di Gregorio IX, sempre in chiave dialettica e dinamica.

Arrangiando musiche e ballate dell’epoca in intermezzi affascinanti che segnano il tempo che passa ed esplicano il pensiero dei protagonisti, «Chiara» è un film ispirato, lucido, poetico. Una piacevolissima sorpresa.

 

CHIARA di Susanna Nicchiarelli. Con Margherita Mazzucco, Andrea Carpenzano, Paola Tiziana Cruciani, Flaminia Mancin. Italia, Belgio, 2022. Biografico.