I SEGRETI DELLA MENTE

DI FRANCESCO MININNI

Ci sono delle semplici avvertenze iniziali per chi si accingesse a vedere «I segreti della mente» di Hideo Nakata. Se non sopportate quei film che dopo mezzora ancora non vi permettono di capire dove stiano andando, non è un film per voi. Se non sopportate quei film popolati di personaggi (e attori) ugualmente insopportabili e privi di comunicativa, non è un film per voi. Se soffrite di claustrofobia, decisamente non è un film per voi. Se tutto questo invece non vi disturba, potrete trovarvi qualcosa di interessante. Cominciamo col dire che il giapponese Hideo Nakata, autore di «The Ring», ha il discutibile onore di aver scoperchiato il vaso di Pandora degli incubi orientali fatti di fantasmi che non trovano pace, di apparizioni spaventose e di creature dai lunghi, lunghi capelli. Bisogna dire, però, che una volta esaurita la serie «Ring» Nakata si è preso un po’ di tempo per riflettere e ha concluso che forse era il caso di cambiare genere, non foss’altro perché i fantasmi orientali stavano inflazionando gli schermi. Così, trasferitosi in Gran Bretagna, ha studiato un diverso tipo di horror. Mentre in Oriente i fantasmi bastavano a se stessi, nel vecchio continente c’era forse bisogno di un argomento più attuale, sia pur da affrontare in chiave metaforica. Così, senza pretese di originalità assoluta, nasce «Chatroom», cui il didascalico titolo italiano “I segreti della mente” non rende giustizia.

Vi si racconta di William, diciassettenne londinese, che passa più tempo al computer che in qualunque altra occupazione. William crea un forum denominato «Chelsea Teen», cui si iscrivono Eva, Emily, Mo e Jim. L’idea è che gli iscritti si aprano, si confessino, mettano a parte William delle loro esistenze di modo che lui possa consigliarli e aiutarli ad uscire dai rispettivi vicoli ciechi. Il punto è che, in tutto il gruppo, è proprio William l’elemento più problematico. Il suo desiderio più intenso è quello di riconoscere negli altri i propri problemi e, una volta fatto, distruggere le persone per illudersi di eliminare il problema. Tutto molto efferato, pericoloso e inutilmente sadico. Ma, dal momento che tutto si svolge in rete, come è possibile fermarlo?

Forse qualcuno ricorda un originalissimo film del canadese Hal Salwen, «Hello Denise», che si svolgeva esclusivamente per telefono in modo da poter evidenziare i difetti della comunicazione odierna. «I segreti della mente» gli assomiglia pur andando in direzione esattamente contraria. Inventando una realtà virtuale che in niente assomiglia a quella vera, Nakata intende dimostrare come le paure di Salwen siano ormai diventate un’amara realtà in atto. L’originalità del film di Nakata sta nel mettere in scena avvenimenti che, quando prevedono l’interazione dei ragazzi del forum, accadono soltanto in rete. Si baciano? Non si stanno baciando. Si affrontano viso a viso? Stanno lavorando ognuno al proprio computer. Si sfiorano? Sono lontanissimi, diciamo pure che neanche si conoscono. Soltanto quando entrano in gioco le famiglie, in quei momenti ciò che vediamo sta realmente accadendo. È per questo che ci vuole un certo impegno per ricollegare i fili del racconto, almeno fino a quando non ci si rende conto che nel momento in cui i cinque si incontreranno per davvero accadrà qualcosa di drammatico. Fino a quel momento Nakata ci ha raccontato il malessere di vivere, il disadattamento, i conflitti generazionali, l’istinto di sopravvivenza e la volontà di sopraffazione come fossero un orribile videogame che non prevede vincitori ma soltanto differenti gradi di sconfitta. E, salvo ripetizioni e cadute di ritmo, riesce a tenere in pugno una materia difficile senza perdere di vista l’obiettivo principale: farci vedere come siamo o, a voler essere benevoli, come potremmo essere tra poco, pochissimo tempo. È un horror dei più impressionanti quello che assomiglia tanto alla realtà in cui viviamo.

I SEGRETI DELLA MENTE (Chatroom) di Hideo Nakata.Con Aaron Johnson, Imogen Poots, Matthew Beard, Hannah Murray, Daniel Kaluuya, Megan Dodds.GB 2011; Drammatico; Colore