«I DIARI DELLA MOTOCICLETTA»
«I diari della motocicletta» nasce da un diario tenuto da Alfonso Guevara e Alberto Granado nel 1952 quando, a bordo di una Norton 500 del ’39, intrapresero un viaggio che, dall’Argentina alla Colombia al Perù al Brasile, li portò non soltanto alla scoperta geografica di un continente multiforme e tutt’altro che facile da percorrere, ma a quella interiore di una realtà sociale profondamente ingiusta e sbagliata, al punto da convincere uno di loro a farsi portabandiera degli oppressi fino al sacrificio estremo.
Sembra facile raccontare una storia così, quando Alfonso non era ancora il Che, basandosi su una testimonianza di primissima mano e su una sincera aspirazione democratica. Sembra facile perché non comporta i rischi che hanno già portato al fallimento i pochi che si sono occupati di Che Guevara nella sua esperienza rivoluzionaria cubana: in fondo, qui si trattava soltanto di raccontare la storia di un giovane studente che, a contatto con le miserie del paese, decide quale debba essere la strada da seguire per essere veramente utile al prossimo. Ma facile non è: se l’esperienza rivoluzionaria comporta i rischi di un’oleografia da settimanale, questa raccontata da Salles richiede un’analisi interiore che non può dare niente per scontato.
Il risultato, pieno di dignità e con accenti di autentica sincerità, resta sospeso tra le intenzioni e una realizzazione che fatalmente, ispirandosi a un diario di viaggio, risente di una struttura episodica che tende a sintetizzare eccessivamente un percorso probabilmente più complesso. Si ha l’impressione che, molto attento a non enfatizzare, Salles abbia schiacciato il pedale del freno ogni volta che poteva scendere in campo la passione. «I diari della motocicletta», film utile e attuale nonostante sia passato mezzo secolo dall’epoca in cui si svolsero i fatti, sembra più un toccante album fotografico che l’immagine di un importante percorso interiore, con l’eccezione di due episodi (l’incontro con i minatori e il lavoro nel lebbrosario) in cui gli autori centrano pienamente gli obiettivi prefissi. I due protagonisti Gael Garcia Bernal (Guevara) e Rodrigo de la Serna (Granado, ancora vivente e che compare brevemente nell’ultima, significativa immagine del film) sono bravi e ben assortiti. «I diari della motocicletta» è comunque un’esperienza da fare: se non altro perché fa capire molto bene che nella vita c’è bisogno di scelte e che non si può sempre rimanere semplici spettatori.
I DIARI DELLA MOTOCICLETTA (Diarios de motocicleta) di Walter Salles. Con Gael Garcia Bernal, Rodrigo de la Serna, Mercedes Moran. ARG/D/GB/USA 2004; Drammatico; Colore