Clint ha rimesso l’orologio avanti: «DEBITO DI SANGUE»

DI FRANCESCO MININNIC’è Eastwood e Eastwood. Quello macho e poco ironico, che prima spara e poi pensa. Quello imprevedibile, capace di cantare musica country o di ricostruire la vita di Charlie Parker. Quello che, anche invecchiando, non può fare a meno di riproporre il ruolo indistruttibile più amato dal pubblico. E infine quello che, prendendo atto di un’età impossibile da nascondere, si adegua con intelligenza e diventa improvvisamente crepuscolare e malinconico in uno scenario comunque diverso da quello del West. Così nasce «Debito di sangue»: non un gran film, ma qualcosa di diverso da quello che il poliziesco urbano poteva far prevedere.

L’agente dell’Fbi Terry McCaleb è colpito da infarto mentre insegue il «killer dei codici», un assassino che gli lascia messaggi e codici numerici. Sottoposto a trapianto di cuore, McCaleb si mette a riposo. Almeno finché una messicana lo cerca per convincerlo a indagare sull’omicidio della sorella, la donna che morendo gli ha fornito un cuore. McCaleb si sente in debito, ma deve star attento alla resistenza fisica, all’ostilità di qualche ex-collega e al fatto che l’uomo che cerca è proprio il «killer dei codici». Non mancheranno le sorprese.

Tratto da un romanzo di Michael Connelly, «Debito di sangue» è allo stesso tempo classico e antitradizionale. Narrato con ritmi lenti che ben si adattano alla condizione del protagonista, gioca con intelligenza sul fatto che McCaleb, uomo d’azione, è costretto dalle circostanze a lavorare da sedentario e a ridurre al minimo tutte quelle attività che in passato erano il suo pane. Così una storia lineare e fin troppo elementare diventa una triste ballata sullo scorrere del tempo mentre Eastwood, diversamente dai suoi ultimi film («Potere assoluto» e «Space Cowboys»), non finge una giovinezza che non ha più, con una sincerità pari soltanto a quella mostrata ne «Gli spietati». Al suo fianco, mentre le due donne Anjelica Huston e Wanda De Jesus restano sullo sfondo, ha modo di emergere Jeff Daniels, troppo spesso confinato in ruoli demenziali e invece ancora capace di qualche guizzo imprevedibile.

Come si sarà capito, la parte migliore di «Debito di sangue» non sta nell’intreccio poliziesco, costruito comunque in modo da depistare il pubblico per arrivare a una soluzione abbastanza imprevedibile. Il meglio del film sta nei dubbi del protagonista, nelle sue rughe, nel fatto che nel corpo di un uomo batta il cuore di una donna con tutte le implicazioni etiche connesse. E anche nel fatto che Clint Eastwood, per la prima volta, ha rimesso l’orologio avanti azzeccando l’ora giusta.

DEBITO DI SANGUE (Blood Work) di Clint Eastwood. Con Clint Eastwood, Anjelica Huston, Jeff Daniels, Wanda De Jesus. USA 2002; Thriller; Colore