Cinque proposte per le feste

DI FRANCESCO MININNIALLA RICERCA DI NEMO di A. Stanton e L. Unkrich.Il pesciolino Nemo, unico sopravvissuto di una nidiata numerosa, oltrepassa la barriera corallina e, prelevato da un sub, si ritrova in un acquario. Suo padre si mette alla sua ricerca e, con l’aiuto di bizzarri compagni di viaggio, riuscirà a ritrovarlo. La perfezione tecnica dell’animazione Pixar è sempre più strabiliante. Questa volta, però, gli autori devono fare i conti con una storia povera di trovate realmente brillanti e con un andamento orizzontale che non giova al ritmo. Senza contare che, per essere una storia di sentimenti, mostra una totale freddezza. Successo assicurato. IL PARADISO ALL’IMPROVVISO di L. Pieraccioni. Con L. Pieraccioni, A. Cepeda.Un single egoista e contento vola a Ischia per far nevicare durante una cena romantica. Ma il lui non si presenta e la lei, bella ed esotica, finisce per stregarlo. Salvo scoprire poi che il tutto faceva parte della crudele scommessa di due presunti amici… Pieraccioni non molla: arrivato a quarant’anni continua a fare il bravo ragazzo che passa indenne attraverso i rovesci della fortuna e alla fine si sposa. A noi pare, tuttavia, che il pubblico non abbia più tanta voglia di farsi rassicurare con così poco. E che Pieraccioni, incapace di rinnovarsi, continui a raccontare sempre la stessa storia. NATALE IN INDIA di N. Parenti. Con M. Boldi, C. De Sica.Milanese e romano, per uno scherzo della sorte, si scambiano i neonati. Diciotto anni dopo si ritrovano in una vacanza in India, dove i nodi verranno al pettine. A margine, il rapper Vomito, un avvocato geloso, due acrobati a caccia di un rubino e una quantità impressionante di escrementi… Se questa è comicità, Chaplin, Keaton, Laurel & Hardy e Tati sono degli imbecilli. Se invece è risata escrementizia di bassa lega, gli imbecilli siamo noi che li premiamo con miliardi di incasso stimolandoli a continuare. Ci sarebbe anche una terza via: gli imbecilli sono loro. Ma con tanti quattrini in tasca, si fa presto a credersi profeti. HOLLYWOOD HOMICIDE di R. Shelton. Con H. Ford, J. Hartnett.Joe Gavilan, poliziotto a Los Angeles, è anche agente immobiliare. Il suo collega Calden vorrebbe fare l’attore. Entrambi, nel mirino degli affari interni, indagano sulla strage di un gruppo di rapper di colore, che porterà alla luce anche qualche retroscena sulla morte del padre di Calden. Chissà cosa avevano in mente Souza e Shelton quando hanno scritto questo film. Incerti se fare sul serio o se virare sull’umorismo più grossolano, ottengono una via di mezzo che scontenta tutti. I fan di Harrison Ford, ormai in crisi di astinenza da qualche anno, e quelli di Hartnett, che faticheranno a riconoscerlo in un look alla «scemo & più scemo». MONA LISA SMILE di M. Newell. Con J. Roberts, J. Stiles.Nel 1953 Katherine Watson arriva a Wellesley per insegnare storia dell’arte. Superato il rodaggio, la donna impone i propri sistemi e guadagna la fiducia delle allieve. Ma non del corpo insegnanti, che vede in lei troppa modernità. Con il suo allontanamento il mutare dei tempi sarà soltanto rimandato. Il problema di film come questo è che, parlando di scuola, inseriscono tra le righe una serie di allegati (sesso, ribellione di stampo sessantottesco, droga e quant’altro) impossibili da accettare in blocco. Così quella che poteva essere una critica al sistema americano diventa un’appendice femminile a «L’attimo fuggente» con tanto da discutere e qualcosa da cui prendere le distanze.