Cinema sotto le stelle, scelti per voi

DI FRANCESCO MININNIL’estate avanza e ognuno può cercare di viverla come crede. È un fatto, però, che chi passa l’estate (o parte di essa) in città, fatalmente approfitterà delle arene estive, che offrono un programma vario e composito in grado di soddisfare tutti i gusti. Anche perché, a nostro modo di vedere, non sempre chi frequenta il cinema all’aperto si preoccupa della programmazione: gli può anche bastare l’idea di non essere rinchiuso da qualche parte e persino di poter fumare. Ma siccome la qualità della programmazione, sempre a nostro modo di vedere, ha un peso, può essere opportuno anche fare una scelta.

E allora il dibattito è aperto. Chi ama i conflitti di classe e le rarefatte atmosfere della campagna inglese, magari con una spruzzata di giallo, non vorrà perdere Gosford Park di Robert Altman. Chi è attratto dalle storie estreme, dai toni grotteschi, dai pensieri in libertà e dalle provocazioni umane e sociali, farà in modo di lasciarsi un posto per Parla con lei di Pedro Almodovar. Chi è incuriosito dalla convergenza tra un ottimismo congenito e un pessimismo cosmico acquisito, sarà senz’altro in prima fila per A.I. di Steven Spielberg da un’idea di Stanley Kubrick. Chi preferisce divertirsi senza porsi problemi esistenziali, apprezzerà Ocean’s Eleven di Steven Soderbergh.

Chi ha nostalgia dello spettacolo di una volta, fatto di suoni e colori, di quelle storie che finiscono bene anche quando finiscono male, troverà in Moulin Rouge di Baz Luhrmann una fonte inesauribile di piacere. Chi è disposto ad aspettare due anni prima di sapere come tutta la storia andrà a finire (sempre che non abbia già letto il libro di Tolkien, naturalmente), accorrerà al primo tassello del trittico di Peter Jackson Il signore degli anelli. Chi invece si accontenta di un maghetto principiante preferirà Harry Potter e la pietra filosofale di Chris Columbus.

Chi, per qualunque motivo, ce l’abbia con la Chiesa e con le sue pratiche riguardanti la beatificazione, sarà appagato da L’ora di religione di Marco Bellocchio o, se il suo rancore risale a poco più di mezzo secolo fa, da Amen. di Costa Gavras. Chi ama i classici, non importa se in bianco e nero, si rallegrerà della riproposta di Jules e Jim di François Truffaut. Chi invece è sempre affezionato alle classiche confezioni hollywoodiane, amerà sicuramente A Beautiful Mind di Ron Howard.

Chi infine non sa come fare a liberarsi dei figli, accoglierà volentieri due divertenti film d’animazione: Monsters & Co. di Pete Docter e L’era glaciale di Wedge ‘e Saldanha.

Ma c’è un’ultima categoria, non sappiamo quanto esigua, composta da quei coraggiosi che seguono i nostri consigli. A loro abbiamo riservato Pauline e Paulette di Lieven Debrauwer, Betty Love di Neil Labute, L’uomo che non c’era di Joel Coen, No Man’s Land di Danis Tanovic, Casomai di Alessandro D’Alatri, The Majestic di Frank Darabont, A torto o a ragione di Istvàn Szabò, La maledizione dello scorpione di giada di Woody Allen. E, assumendocene tutta la responsabilità, persino Mulholland Drive di David Lynch che forse, sotto le stelle, brillerà di un fascino un po’ oscuro e farà pesare di meno tutti i suoi messaggi criptati.

Comunque vada, buone vacanze a tutti.