Brightburn – L’angelo del male

In tempi di supereroi fiammeggianti e, anche se talvolta problematici, sempre decisi a mantenere la barra diritta, il film di David Yarovesky Brightburn – L’angelo del male si pone come riflessione interessante anche se non realmente approfondita sul ruolo, la genesi e la destinazione del supereroe. E per farlo utilizza alcuni elementi del supereroe per eccellenza, Superman, di modo che le differenze saltino subito agli occhi e non possano esservi ambiguità di sorta.

Ideato e scritto da Brian e Mark Gunn e prodotto da James Gunn (i tre sono fratelli e James ha diretto la saga dei Guardiani della Galassia), il film raccoglie tutte le passioni dei Gunn, dall’epica spaziale all’horror ai fumetti, e le fa confluire in un racconto che privilegia a tal punto la cosiddetta metà oscura da meritare il divieto ai minori sia negli Stati Uniti che in Italia. E questo non tanto per scene di particolare violenza, ma proprio per il totale ribaltamento del ruolo dell’eroe che (secondo i censori) potrebbe avere un effetto negativo sull’innocenza (?!) dell’audience. Insomma, dobbiamo concludere che Superman non abbia paura soltanto della kryptonite, ma anche di concorrenti sleali che potrebbero intaccarne il ruolo di strenuo difensore dell’umanità.

Ci rendiamo conto che queste considerazioni lasciano il tempo che trovano: i Gunn e Yarovesky si sono probabilmente divertiti a rimescolare le carte per affrancarsi almeno una volta da ruoli che sembravano immutabili e che invece sono suscettibili di modifiche anche importanti. Il loro film non cambia la storia, ma dà una sterzata che per un attimo ci fa pensare di non avere a che fare ancora una volta con quei superpoteri che ci difendono, sì, ma ci fanno anche sentire totalmente inadeguati a farlo da soli.

In una cittadina del Kansas, Brightburn, Kyle e Tori Breyer desiderano un figlio senza riuscire ad averlo. Quando qualcosa precipita dal cielo a due passi da casa loro e tra i rottami trovano un neonato in perfetta salute, l’idea che qualcuno dall’alto li abbia ascoltati e abbia risposto alle loro preghiere è più forte di qualunque prudenza. Il neonato vivrà con loro, si chiamerà Brandon e sarà loro figlio a tutti gli effetti. Se non che, la piccola astronave che i Breyer hanno conservato nascosta in un fienile comincia a mandare dei segnali che Brandon recepisce scoprendo anche di avere dei poteri speciali. Ma, diversamente da Superman, non sembra intenzionato a usarli per il bene dell’umanità.

La domanda cruciale di Brightburn non è, come potrebbe sembrare, cosa accadrebbe se Superman fosse cattivo, che a rigor di termini sarebbe anche una domanda abbastanza banale. Il punto nodale è: chi decide di essere un supereroe? E perché? Il che mette in campo altre questioni interessanti come ad esempio il rapporto tra aspettativa e risultato. In un certo senso Brightburn assomiglia più a certi film di Jack Arnold (Destinazione Terra, I figli dello spazio) che agli universi Marvel o DC. E, alla resa dei conti, è più un horror anomalo che un film di fantascienza. Diciamo che potrebbe trattarsi di una storia alla Arnold su cui abbia messo le mani lo Shyamalan di Signs.

Un horror anomalo che non risparmia niente in fatto di azzeramento dei buoni sentimenti e di ribaltamento delle situazioni nelle quali di solito chi è chiamato a prendere una decisione sceglie per molteplici motivi la via del bene. Qui, per fortuna, Gunn e Yarovesky sono andati a dritto nella loro volontà antitradizionale e non hanno abdicato in favore di conversioni, ripensamenti e un lieto fine che avrebbe distrutto il loro castello di carte. Hanno anche scelto un ragazzino dodicenne, Jackson A. Dunn, che non lascia dubbi: basta guardarlo in faccia per capire quale sarà la sua scelta definitiva.

Sparsi nel racconto, elementi di un certo interesse: la creazione di un costume artigianale veramente brutto e privo di qualunque rapporto con l’idea di eroismo e, soprattutto, il fatto che Brandon racconti le proprie gesta servendosi di disegni molto realistici. Non verrà dal fumetto, ma va a grandi passi verso di esso.

BRIGHTBURN – L’ANGELO DEL MALE (Brightburn) di David Yarovesky. Con Elizabeth Banks, David Denman, Jackson A. Dunn, Matt Jones. USA 2019; Horror; Colore