BACIAMI ANCORA

DI FRANCESCO MININNI

Nel 2001 erano trentenni, con le idee poco chiare sulla vita e sull’amore, con qualche ricorrente idea bizzarra come quella di «scappare», con ritmi frenetici che lasciavano davvero poco spazio alla riflessione. Oggi, passati quasi dieci anni, sono quarantenni, hanno sempre le idee confuse, fanno il possibile per danneggiare l’esistenza propria e altrui, sono alla disperata ricerca di un paio di schiaffi che potrebbero restituire il senso delle proporzioni, si attaccano ostinatamente all’idea dell’amore e ciò nonostante sono incamminati sulla strada del fallimento.

Da «L’ultimo bacio» a «Baciami ancora» cambia qualcosa. Cambia in Gabriele Muccino, che viene da deludenti esperienze nella sfera privata e dal sogno dell’America concretizzato in due film con Will Smith: ciò lo ha portato a maturare un totale pessimismo esistenziale abbinato a una maggiore consapevolezza del mestiere cinematografico. Accade così che «Baciami ancora», che per altro si inserisce perfettamente nella carriera dell’autore da un punto di vista tematico, risulti film più costruito e meno sincero, con molte più difficoltà dell’originale nel tenere a distanza le trappole della fiction e del melodramma. A parte questo, poco altro è cambiato: gli uomini e le donne di Muccino continuano ad avere la peculiarità di irritare al punto da far desiderare di entrare in scena e consigliare, redarguire ma, più spesso, menare le mani. Fellini, ne «I vitelloni», lo capì bene e armò di cinghia il padre di Fausto. Muccino forse lo capisce altrettanto bene: ma i tempi sono cambiati e all’azione subentra l’assuefazione.

Carlo e Giulia sono separati con figlia, Sveva, e con un amore troppo grande per essere finito. Marco e Veronica sono in crisi per la mancanza di figli. Paolo sta con Livia, ex-moglie di Adriano, che però non si sente pronta ad accoglierlo in casa anche per il bene del figlio Matteo. Adriano torna dopo due anni di carcere per droga e vorrebbe almeno conoscere il figlio. Alberto, il rasta, è l’unico che non si è legato a nessuno e continua imperterrito a sognare la fuga. Su tutto, l’incertezza e l’inaffidabilità di sentimenti disposti a tutto pur di non sentirsi abbandonati nel marasma dell’esistenza. Il mondo degli adulti è decisamente ancora molto lontano.

A ben guardare, «Baciami ancora» sembra modellato per libere associazioni su «Il grande freddo» di Lawrence Kasdan, del quale finisce per essere l’esatto contrario. Là c’era una riunione di amici che, a seguito del suicidio di uno del gruppo, coglievano l’occasione per tentare un bilancio di anni, sogni e risvegli. Qui, invece, la riunione è provocata dal ritorno di uno del gruppo e, seguendo le aprioristiche convinzioni di Muccino sulla possibilità dei rapporti umani, si concluderà proprio con un suicidio, una ricomposizione, una separazione, una nuova coppia e una fuga.

Rispetto all’operazione nostalgia di Kasdan, Muccino corregge il tiro spostando l’obiettivo sul fallimento e sulle sue diverse sfumature. Alla fine, a noi che non crediamo possibile la generalizzazione di alcuni episodi di vita vissuta non resta che stare con Alberto, che magari non sarà cresciuto ma è l’unico ad avere un sogno e, a quanto pare, ad ostinarsi nel volerlo realizzare. Gli altri non sono falsi o artefatti, perché le loro vicende hanno sicuramente le caratteristiche della plausibilità e più ancora della realtà. Lo diventano, però, quando Muccino vorrebbe eleggerli a simboli di un sempre e di un ovunque che, invece, non hanno soltanto sfumature grigie ma si vestono, più spesso di quanto gli irriducibili pessimisti vorrebbero, di bellissimi colori. Chi, assistendo a «L’ultimo bacio», fosse stato assalito dalla voglia incontenibile di sbattere al muro uno o più degli amici del film, troverà anche in «Baciami ancora» ampio materiale sul quale esercitarsi. Gli attori sono gli stessi, tranne Giovanna Mezzogiorno che è stata sostituita da Vittoria Puccini. Misteriosamente sono scomparsi i genitori di Giulia (Stefania Sandrelli e Luigi Diberti): si presume che se fossero deceduti qualcuno avrebbe dovuto informarcene. I più bravi sono Giorgio Pasotti (Adriano) e Sabrina Impacciatore (Livia): casualmente, i due personaggi più complessi del film.

BACIAMI ANCORA di Gabriele Muccino. Con Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Giorgio Pasotti, Marco Coccia, Vittoria Puccini. ITALIA 2010; Drammatico; Colore