A SERIOUS MAN

DI FRANCESCO MININNI

A quanto pare i fratelli Coen avevano qualche conto da regolare con la propria etnia, con le proprie radici ebraiche. Così nasce «A Serious Man», una commedia al vetriolo che, senza attori famosi né situazioni da facile intrattenimento, spara a zero sulla pazienza di Giobbe. Il che significa, in termini semplicemente temporali, secoli di tradizione codificati dalle sacre scritture. Conoscendo i Coen, c’era da aspettarsi un’esplosione di fuochi artificiali. E invece, mettendo in campo tutto il loro autocontrollo e la loro vena più meditata, Joel ed Ethan stupiscono con un trattato ragionato di avvenimenti negativi concentrati su un’unica persona, Larry Gopnik, assolutamente convinto che il consiglio di un rabbino possa risolvere le cose.

Larry insegna fisica, ha moglie e due figli, ospita in casa il fratello Arthur e vive un’esistenza media (o mediocre) senza aspirazioni al di là dell’ammissione al ruolo nell’insegnamento. È per questo che, il giorno in cui le cose cominciano a uscire dai binari, ne è colto del tutto impreparato. Prima la moglie lo informa che si è innamorata di Sy Ableman e che occorre parlare di divorzio. Poi qualcuno comincia a mandare lettere anonime al preside per screditarlo e far sì che non ottenga il ruolo. Quindi il figlio e la figlia non perdono occasione per mancargli di rispetto. A seguire, Arthur viene accusato di atti contro la morale e gioco d’azzardo costringendolo a pagare un avvocato di grido per aiutarlo. Infine incubi di ogni genere, allucinazioni sessuali e, sotto sotto, una voglia latente di mandare tutto a quel paese. Eppure, nonostante tutto questo e l’incapacità dei rabbini di dargli aiuto, Larry non cede. Salvo quando, avendo in una mano il conto dell’avvocato e nell’altra la bustarella di uno studente per ottenere la sufficienza, scende a un compromesso.

È evidente che tutta l’ironia dei Coen si basa sul fatto che la vita di Larry Gopnik è governata dal Dio collerico dell’Antico Testamento. Con una piccola variante: a differenza di Giobbe, che riceveva spiegazioni e chiarimenti da Dio in persona, a Larry, forse come punizione per aver accettato il denaro dello studente, toccheranno soltanto qualche guaio di salute e un tornado incombente. Larry Gopnik non è una novità nell’immaginario dei Coen: Ed Crane, il protagonista de «L’uomo che non c’era», mostrava un’analoga predisposizione a cacciarsi nei guai, anche se maggiori erano le sue colpe. Gopnik, invece, è una vittima assoluta che, nella sua accettazione passiva dei rovesci del destino, incarna comunque la tradizione ebraica del credente rispettoso di tutto anche quando tutto è una sorta di congiura ai suoi danni. Nel rappresentarlo, con l’aiuto di un protagonista quasi sconosciuto ma perfetto come Michael Stuhlbarg, i Coen sembrano indecisi se divertirsi come pazzi o riflettere seriamente su quanto l’appartenenza a una razza possa condizionare l’esistenza di una persona.

Alla fine «A Serious Man», che non è certo una commedia brillante, diventa una radiografia impietosa e incisiva che, a nostro modo di vedere, non dovrebbe soddisfare particolarmente il pubblico di razza ebraica, che potrebbe pensare a un attacco frontale (immotivato, dal loro punto di vista) a secoli di tradizione. Di certo Joel ed Ethan Coen incidono a fondo: a partire dalla frase posta in apertura del film, «Accogli con semplicità tutto ciò che ti succede», a seguire con l’illuminante prologo yiddish in un villaggio polacco del secolo scorso, e poi con le tristi vicende di un uomo che sembra seriamente convinto che l’imminente Bar Mitzvah del figlio Danny sia un avvenimento in grado, in sé e per sé, di riallineare le cose. Evidentemente non convinti che una fede assoluta possa bastare a risolvere i problemi, Joel ed Ethan versano acido su un meccanismo vecchio di secoli. E, se non altro, si divertono a dipingere di nero i cieli del Minnesota con gusto e intelligenza.

A SERIOUS MAN (Id.) di Joel e Ethan Coen. Con Michael Stuhlbarg, Richard Kind, Fred Melamed, Sari Lenninck, Aaron Wolff, Adam Arkin. USA 2009; Commedia; Colore