7 Km DA GERUSALEMME
DI FRANCESCO MININNI
«Sono Gesù». Certo, se uno sconosciuto con indosso una tunica dovesse fare un’affermazione del genere a chi si trovasse in cammino da Gerusalemme verso Emmaus, oggi come oggi rischierebbe battute ironiche e sorrisi di condiscendenza. Alessandro, pubblicitario in crisi esistenziale, invece non ride. Certo, dubita e pensa a uno scherzo. Ma lo sconosciuto sa il suo nome, conosce particolari della sua vita privata, riesce persino a leggere i suoi pensieri. E così tra i due viandanti comincia una sorta di gioco del genere «a domanda risponde», dove Alessandro pone le domande e Gesù risponde. In genere queste premesse dovrebbero portare a qualche rivelazione quasi sconvolgente. Invece «7 Km da Gerusalemme», che Claudio Malaponti ha tratto dal romanzo di Pino Farinotti (che dovrebbe essere l’autore del «Dizionario dei film»), riesce soltanto a fare una gran confusione arrivando a conclusioni che si collocano a mezza strada tra la new age e una sorta di scetticismo di chi non crede neanche di fronte all’evidenza.
Gli ingredienti del minestrone sono, tra gli altri, un matrimonio fallito, una malata terminale, una madre che ha perso la figlia, una donna bella e paralizzata, una specie di eremita che risponde al nome di Angelo Profeti e tante idee poco chiare. Con un Gesù che afferma di non poter intervenire sulle malattie perché sono «cose vostre», di non essere l’uomo della Sindone (che sarebbe uno dei ladroni) e di essere tornato per dare una regolata a certe istituzioni da lui lasciate nel mondo e bisognose di attenta revisione. La differenza sostanziale tra il Gesù che conosciamo e quello che ci presenta Malaponti è che il primo è venuto per salvare tutti, il secondo è tornato per lasciare tre o quattro messaggi a creature bisognose di aiuto. Così Farinotti prima e Malaponti poi portano avanti l’idea di un Cristo individuale poco interessato ai problemi globali e, in un certo senso, unidirezionale. Blasfemo no, ma sbagliato certamente sì. Un po’ come avveniva in «Oscuri presagi» di Nicolas Roeg, dove la Madonna interveniva personalmente (scomodando mezzo mondo) per raddrizzare un matrimonio barcollante. E tutto questo rientra nei canoni di quella religione «fai da te» che esclude la necessità di una Chiesa e lascia tutto all’iniziativa individuale nella convinzione che possa funzionare meglio di una gerarchia comunque individuata come centro di potere.
Alessandro è Luca Ward, che vanta maggiori meriti quando lavora come doppiatore. Gesù è Alessandro Etrusco, molto iconografico e sempre sorridente. La malata terminale, forse come punizione per essere stata Satana ne «La passione di Cristo», è Rosalinda Celentano. Che dire? Che ci sono tante verità nel Vangelo che ci sembra quasi scriteriato andare a cercarle altrove col rischio di prendere pericolose cantonate.
7 Km DA GERUSALEMME di Claudio Malaponti. Conn Luca Ward, Alessandro Etrusco, Rosalinda Celentano, Eleonora Brigliadori, Alessandro Haber. ITALIA 2005; Drammatico; Colore