2003, salvati per voi

DI FRANCESCO MININNIUn anno finisce, un altro comincia: è sempre tempo di bilanci. E, senza trionfalismi né disfattismi, l’idea che ci muove è sempre la stessa: se anche ci fosse soltanto un film da salvare, varrebbe la pena andare avanti. Proprio come nella vita vera.

• AVATI, Pupi – «IL CUORE ALTROVE» ci restituisce il mondo che l’autore bolognese sa raccontare meglio, con ironia, poesia, un po’ di cattiveria e qualche rimpianto.

• BELLOCCHIO, Marco – «BUONGIORNO, NOTTE» è una riflessione non banale né limitata dalle verità storiche su Aldo Moro, le Brigate Rosse, tanti progetti e pochi risultati. Moderato, insolito, toccante.

• CHOMET, Sylvain – Appuntamento a Belleville è un film d’animazione dai tratti originalissimi, assolutamente surreale e antitradizionale. Una sorpresa.

• COEN, Joel – «PRIMA TI SPOSO POI TI ROVINO» è un omaggio alla commedia classica con tutte le cattiverie che allora si potevano soltanto suggerire. Decisamente divertente.

• COPPOLA, Sofia – «LOST IN TRANSLATION» racconta quanto possa essere importante un rapporto umano (e non sessuale) per salvarci da un mondo sempre più distratto e gelido. Un messaggio di speranza.

• DALDRY, Stephen – «THE HOURS», sceneggiato da David Hare, ci restituisce il piacere di impegnarci per non perdere il filo di un discorso complesso su tre donne in tre epoche diverse. Cinematograficamente stimolante.

• EASTWOOD, Clint – «MYSTIC RIVER» conferma i progressi di un autore che invecchiando migliora: la storia molto triste di tre bambini che, divenuti adulti, dovranno confrontarsi con un mondo che non fa sconti. Emozionante, con tre protagonisti da applausi.

• GIORDANA, Marco Tullio – «LA MEGLIO GIOVENTÙ» è un tentativo di leggere la storia recente attraverso le vicende di due fratelli molto diversi. Sincero, appassionato, tutt’altro che omogeneo ma comunque coraggioso.

• JACKSON, Peter – «IL SIGNORE DEGLI ANELLI: LE DUE TORRI» cancella le perplessità suscitate dal primo episodio facendo esplodere la fantasmagoria dei due mondi di Tolkien (luce e tenebra) con i toni inconfondibili del poema epico.

• LEE, Spike – «LA 25a ORA» vince una scommessa difficilissima: andare a cercare le ragioni della speranza nelle ultime 24 ore di libertà di uno spacciatore di droga. Sensato, tagliente: qualcosa con cui confrontarsi.

• MAZZIERI, Luca e Marco – «GIOVANI» parte come una riflessione disperata e arriva con la rabbiosa volontà di cambiare le cose provando a fare scelte coraggiose. Nella sua assoluta sincerità, un film naturalmente commovente.

• OLMI, Ermanno – «CANTANDO DIETRO I PARAVENTI» parla di pace e di scelte sensate in un contesto (un teatro in un bordello cinese) che non ti aspetti. Con molta saggezza e con un Bud Spencer rinnovato.

• OZPETEK, Ferzan – «LA FINESTRA DI FRONTE», al di là di qualche scelta discutibile nel voler compiacere il pubblico più vasto, è una storia toccante d’amore e di rinascita a diversi livelli. Molto ben raccontato, con una azzeccatissima compilation musicale e un grandissimo Massimo Girotti.

• ROGOZHKIN, Alexander – Kukushka parla di solidarietà, di pace e di rapporti umani fra tre personaggi (un finlandese, un russo e una lappone) che non si capiscono. Giustamente non doppiato, si fa perdonare qualche ingenuità.

• SALVATORES, Gabriele – «IO NON HO PAURA» è finalmente qualcosa di nuovo nella carriera dell’autore italiano: una storia di coraggio e di amicizia che, protagonista un ragazzino, punta il dito contro tutte le vigliaccherie degli adulti.

• SCORSESE, Martin – «GANGS OF NEW YORK» è un possente affresco che ci rende note le radici urbane dell’America arrivando alla conclusione che ciò che nasce dalla violenza non può che andare in una certa direzione. Straordinario Daniel Day Lewis.

• VAN SANT, Gus – «ELEPHANT» è un interessante esperimento linguistico al termine del quale si riesce persino ad interrogarsi sulle radici della follia e su quanto possa essere difficile difendersi.

• VON TRIER, Lars – «DOGVILLE» ci presenta una cittadina americana come fosse un palcoscenico sul quale sfilano violenza, prepotenza ed emarginazione. Con un finale raggelante e un gruppo di attori in gran forma.

• WINSPEARE, Edoardo – «IL MIRACOLO» tenta una strada difficile: parlare di fede in un mondo sempre più distratto e materialista. Senza escludere alcuna possibile verità, Winspeare coinvolge ed emoziona.

• WEIR, Peter – Master & Commander è un kolossal di mare, ma non è soltanto lo spettacolo a muoverlo. Con location bellissime e una fotografia da Oscar, Weir ci racconta da par suo il senso del dovere e la voglia di conoscenza come forze motrici dell’animo umano.