12 Soldiers

La retorica fa parte del pacchetto e non c’è neanche bisogno di enfatizzarla. 12 Soldiers (in originale 12 Strong, cioè dodici forti, duri e quant’altro) dello svedese Nicolai Fuglsig, al suo esordio nel lungometraggio ma già accreditato di un premiato documentario sulla guerra del Kosovo, comincia con un breve riepilogo degli atti terroristici contro gli Stati Uniti che naturalmente si conclude con l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. La missione in Afghanistan di un manipolo di dodici uomini guidati dal tenente Mitch Nelson è quindi cosa buona e giusta. E che nessuno si azzardi a suggerire che quella guerra avrebbe dovuto essere combattuta con l’Intelligence e i Servizi Segreti e che un coinvolgimento sul campo avrebbe potuto avere conseguenze disastrose.

E non si può neanche tirare in ballo Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow, una cronaca secca, veritiera e impressionante delle manovre che portarono a individuare ed eliminare Osama Bin Laden. Non si può perché il film di Fuglsig parla un altro linguaggio, quello intramontabile del western. I dodici eroi sono una volta di più i nostri che arrivano a salvare il mondo con un’azione quasi impossibile che effettivamente è stata la prima vittoria americana nell’operazione Al Qaeda. E prendiamola così: basta non essere costretti a ringraziare dal profondo l’esercito americano per aver nuovamente difeso libertà e democrazia contro ogni nemico vero o presunto.

Mitch Nelson, che ha moglie e figlia, pretende di comandare la squadra che sarà inviata in Afghanistan e lo ottiene. Con dodici uomini si porta in territorio nemico dove si assocerà al generale afghano Abdul Rashid Dostum per colpire duramente i talebani. Il punto è che ci sono tre eserciti ribelli che non si amano affatto e che, quando in un’operazione si trovano affiancati, sembrano perdere di vista l’obiettivo per cominciare a spararsi tra sé. Mal di poco. Nelson ha promesso due cose: a sua moglie che tornerà per Natale e a un generale che non perderà neanche un uomo. La missione, quindi, sarà conclusa con successo. Due generali rivali si stringeranno la mano. E Mitch sarà a casa per Natale.

Diciamo subito che un titolo come 12 Soldiers potrebbe evocare in prima battuta Quella sporca dozzina di Robert Aldrich, confermandoci nel dubbio se le guerre americane si combattano a gruppi di dodici. Poi, in realtà, Aldrich tesseva l’elogio dell’individualismo, mentre Fuglsig pone più l’accento sul lavoro di squadra. Ma la componente reazionaria è ugualmente forte a partire dal fatto che la guerra sia giusta a prescindere e non preveda ragionamenti o disamina attenta di cause ed effetti.

In questo senso il fatto che a interpretare Mitch Nelson sia stato chiamato Chris Hemsworth (ovverosia il mitico Thor) è tutt’altro che casuale. La sua presenza esclude la possibilità di un decesso e assicura la corretta esportazione degli ideali statunitensi con i mezzi ritenuti necessari all’uopo. Al suo fianco Michael Shannon, abitualmente utilizzato in ruoli negativi (l’ultimo ne La forma dell’acqua) e qui invece patriottico e resistente a qualunque attacco. Navid Negahban, il generale Dostum, ricopre invece il ruolo dell’indigeno duro ma collaborativo. Praticamente un capo indiano collaborazionista che non esita a rivolgere le proprie armi contro i ribelli fanatici e impossibili da ridurre alla ragione.

Su tutto questo aleggia l’ombra di John Wayne. E non soltanto per la tradizione western, ma anche per il film più spudoratamente reazionario mai realizzato sulla guerra del Vietnam, Berretti verdi. Ora, noi non sappiamo proprio come la pensi Fuglsig al riguardo. Probabilmente la possibilità di realizzare un film ad alto budget proprio a Hollywood ha fatto sì che sue eventuali convinzioni fossero rapidamente tacitate. A noi basta sapere che i dodici attaccano a cavallo, che Nelson uccide per la prima volta e che la missione è stata un successo. Poi, magari, Dostum non è il saggio che sembra. E sicuramente, a dodici anni dalla guerra, in Afghanistan si spara ancora.

12 SOLDIERS (12 Strong) di Nicolai Fuglsig. Con Chris Hemsworth, Michael Shannon, Michael Pena, Navid Negahban, William Fichtner, Trevante Rhodes. USA 2018; Bellico; Colore.