Italia
Ru486, Lulli (ginecologa): “Nuove linee guida prive di scientificità e nemiche delle donne”
Dopo avere accolto il parere del Consiglio superiore di sanità pubblicato lo scorso 4 agosto, il 13 agosto il ministero della Salute ha emanato le nuove linee di indirizzo per l’aborto farmacologico indotto con la pillola Ru486. Due le novità rispetto alle precedenti norme del 2010: la somministrazione del farmaco abortivo in day hospital – che annulla l’obbligo di ricovero dall’assunzione della pillola fino alla conclusione della procedura abortiva – e l’estensione del limite di utilizzo della Ru486 dalla settima alla nona settimana di gestazione. Non usa mezzi termini Emanuela Lulli, ginecologa e medico di medicina generale a Pesaro, nonché consigliere nazionale di Scienza & Vita: “Dal mio osservatorio di ginecologa e medico di medicina generale posso affermare che queste linee guida sono
prive di scientificità e nemiche delle donne.
Temo siano frutto di un lavoro a tavolino da parte di medici, biologi a farmacologi ‘da salotto’ che non hanno alcuna idea di cosa significhi stare accanto alle donne”.
l’assoluta lontananza dalla donna e dal suo dolore.
Una realtà di cui probabilmente non si accorgono i colleghi non obiettori, che dopo avere praticato l’aborto chirurgico quelle donne spesso non le vedono più, mentre noi, medici di medicina generale, le seguiamo anche successivamente monitorandone il dolore negli anni. Se l’Ivg chirurgica fa male al piccolo e alla madre, queste nuove linee guida mietono un’altra vittima minando dal punto di vista morale, culturale e sanitario l’idea e la percezione della gravità dell’aborto, “strumento sanitario” che si tende a rimuovere dagli ospedali e pertanto a “cancellare”.
non essere emotivamente più in grado di proseguire.
Siamo di fronte ad una sconfitta dell’umanità.