Toscana
Rsa, Confcooperative Toscana: “No alla scelta tra chiudere o aumentare le rette”
“No alla scelta tra chiudere le Rsa o aumentare le rette, il danno non è soltanto per le cooperative ma è, soprattutto, per le persone”. A dirlo sono Anna Batini, presidente di Confcooperative Sanità Toscana, e Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana, che hanno partecipato alla manifestazione di Rsa e Centri Diurni in piazza Duomo a Firenze, davanti alla sede della Regione Toscana. Una manifestazione che ha visto scendere in piazza un ampio cartello di associazioni rappresentative delle strutture e dei servizi di assistenza sanitaria, socio sanitaria, e non solo, profit e no profit: Uneba-Toscana, Aret-Asp, Anaste, Arsa, Arat, Agespi, Confcooperative Sanità Toscana, Confcooperative-Federsolidarietà Toscana, Agci-Solidarietà Toscana, Aiop.
“Le Rsa e i Centri Diurni svolgono un servizio pubblico ma i costi sono sempre più privati, a carico delle organizzazioni e delle famiglie. Col caro energia la situazione è insostenibile – sottolineano Batini e Grilli -. Abbiamo manifestato alla luce dell’inerzia e del silenzio della Regione e degli Enti Pubblici: è assolutamente necessario che le Istituzioni, a tutti i livelli, intervengano urgentemente. Stiamo assistendo ad un tentativo di scaricare sulle cooperative, sulle famiglie e sugli utenti le inefficienze del sistema. Abbiamo superato il punto di non ritorno”.
Le Rsa in Toscana sono in totale 322, tra pubbliche (in piccola parte), profit e no profit, e ospitano 12mila anziani.
I costi dell’energia stanno pensando sempre di più. Un esempio fra tanti: in una Rsa di Prato nel bimestre agosto-settembre le spese energetiche sono aumentate di 28mila euro, a fronte di contributi previsti dal Decreto Aiuti Ter di appena 1.200 euro.