Sanità
Rsa, accordo tra gestori e Regione Toscana. Federsolidarietà: “Passo importante”
Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana: "Questo accordo che chiediamo da tempo con forza non risolve tutte le problematiche ma certamente è un passo importante per aiutare le Rsa toscane"
Un aumento dei fondi per la non autosufficienza, una migliore programmazione del fabbisogno, attenzione alla formazione degli operatori e l’istituzione di un Osservatorio permanente.
Sono i principali punti dell‘intesa raggiunta oggi tra Regione Toscana e i gestori delle Rsa toscane, dopo mesi di trattative.
“Le Rsa – dice Alberto Grilli, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana – stanno affrontando da anni diverse criticità, che la pandemia prima e l’aumento dei costi e dei prezzi poi, hanno ulteriormente aggravato, mettendo a rischio la sopravvivenza delle strutture e quindi di tutto il sistema assistenziale toscano per la non autosufficienza. Questo accordo che chiediamo da tempo con forza non risolve tutte le problematiche ma certamente è un passo importante per aiutare le Rsa toscane a continuare il loro lavoro mantenendo gli standard di qualità che le hanno sempre caratterizzate”.
Nello specifico l’accordo prevede che la Giunta regionale assuma i seguenti impegni:
1. Aumento della quota sanitaria e conseguente aumento dei fondi per la non autosufficienza in ragione di:
– 2 euro dal 1° luglio 2023
– 1,50 euro dal 1° gennaio 2024
– 1,60 euro dal 1° gennaio 2025
per complessivi 5,10 euro.
2. Appoggio della Regione Toscana alla Proposta di Legge “Sostegni” della Terza Commissione del Consiglio regionale della Toscana per bloccare il fiorire di maxi-Rsa, che aggirano la normativa regionale e creano forti sperequazioni nel sistema, e realizzare una migliore programmazione del fabbisogno rafforzando la governance pubblica e rendendo più cogenti i criteri previsti dal procedimento valutativo e autorizzativo da seguire per la realizzazione di nuove Rsa, in un’ottica di omogeneizzazione e sostenibilità complessiva del sistema regionale.
3. Revisione del modello assistenziale con la possibilità di far evolvere e differenziare il sistema di offerta residenziale delle Rsa, in toto o in parte (dalle cure intermedie agli ospedali di comunità).
4. Impegno ad avviare un percorso con Anci Toscana e le Società della Salute per rivedere il limite di compartecipazione di parte pubblica alla quota sociale (attualmente pari a 53,50 euro).
6. Apertura dei percorsi di formazione professionale abilitanti alle funzioni di Operatori socio-sanitari anche agli attori accreditati del sistema di formazione professionale della Regione Toscana e istituzione di un osservatorio permanente aperto alle rappresentanze dei gestori per una migliore programmazione del fabbisogno formativo complessivo.
7. Convocazione di un tavolo con i più importanti istituti bancari al fine di verificare le opportunità finanziarie che possono essere offerte ai gestori delle strutture.
I gestori delle Rsa si impegnano a condividere con la Giunta regionale un percorso di approfondimento tecnico per valutare l’attuale struttura dei costi delle residenze e per individuare il livello di sostenibilità economica nel medio periodo che non pregiudichi la qualità e l’appropriatezza assistenziale né la sicurezza degli operatori e si impegnano congiuntamente a valorizzare il sistema della “libera scelta”.