(ASCA) – “Responsabilità sociale e identità competitiva: queste sono le scelte al centro del Piano Regionale di Sviluppo 2011-2015″. Lo ha affermato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi presentando oggi al Consiglio regionale il documento preliminare. Abbiamo evitato – ha proseguito il presidente – di reagire ai tagli solo con la protesta o con lamentosi vittimismi e pur dichiarando la situazione, come in effetti lo è, insostenibile, ci siamo rimboccati le maniche. Abbiamo impostato un bilancio rigoroso e avviato una fase di riorganizzazione dell’amministrazione regionale, degli enti derivati e dei soggetti che erogano i servizi pubblici locali, consapevoli che l’efficienza e la produttività del settore pubblico e dei grandi servizi costituisce da sola il 15% del Pil. Evitare gli aumenti di tasse, migliorare i servizi a i cittadini e alle imprese è la nostra sfida, il banco di prova di una coalizione riformista. Oltre a ciò il nostro obiettivo è quello di sostenere il manifatturiero, di fare in modo che i costi della crisi siano ripartiti più equamente, di creare le condizioni per contribuire alla ripresa. Nel suo discorso il presidente Rossi si è soffermato sui cardini della strategia regionale: la creazione di un Ufficio attrazione degli investimenti, le scelte in campo ambientale e sociale, ispirate all’efficienza e all’equità. Ha annunciato uno specifico progetto per l’autonomia dei giovani, sottolineato l’importanza strategica dello sviluppo infrastrutturale e della semplificazione amministrativa. Le priorità del PSR dovranno tradursi in un numero selezionato di progetti: I progetti di sviluppo regionali – ha proseguito – avranno al centro i distretti e le reti di impresa del sistema toscano. Sia i distretti tipici, sia quelli high-tech o ad alto valore aggiunto (ICT, scienze della vita, nautica, mobilità sostenibile, tecnologie per i beni culturali e per il settore energetico), sia i grandi poli industriali (in Toscana 70 imprese hanno più di 500 addetti, di cui 22 nel manifatturiero). C’é poi il distretto energetico; le attività economiche a presenza diffusa come il turismo ed il settore del commercio e distribuzione, i servizi pubblici locali, le costruzioni, l’agricoltura ed accanto ad essa, l’industria agroalimentare.Siamo in un vero e proprio ingorgo istituzionale. Il Consiglio nel giro di pochi mesi è stato chiamato ad ascoltare ripetute e ripetitive comunicazioni preliminari, con sovrapposizioni di termini, temi, obbiettivi. La programmazione regionale deve essere profondamente rivista, affinché i piani regionali e le concertazioni non siano svuotati di contenuto e consentano all’assemblea regionale di svolgere pienamente il suo ruolo. Questa è una priorità assoluta. Lo ha dichiarato il capogruppo PdL Alberto Magnolfi intervenendo sulla comunicazione del presidente della Regione Enrico Rossi sul documento preliminare al Piano regionale di sviluppo 2011-2015. Magnolfi ha rilevato che la presentazione di indirizzi organici appare superflua, visto che si tratta di una mera ripetizione di quanto già messo a punto nella legge finanziaria 2011 e nel bilancio di previsione triennale 2011-2013, atti già all’esame delle commissioni consiliari. A suo parere non si deve dimenticare che la stretta finanziaria imposta dal Governo ha salvato l’Italia da un probabile dissesto. Oggi il riformismo passa per strade nuove, con una diversa distribuzione delle risorse sulla base di progetti ed obbiettivi – ha osservato – Nella comunicazione di Rossi c’é un’apertura interessante in questo senso, soprattutto sul piano del metodo, ma in termini generici, non impegnativi, una promessa che si aggiunge ad altre. É un documento variopinto: all’interno si trova di tutto, tranne qualcosa che abbia veramente a che fare con lo sviluppo della nostra regione, è il giudizio di Marina Staccioli (Lega Nord). Il Piano regionale di sviluppo sceglie di valorizzare l’esportazione dei prodotti e di attrarre investimenti – ha rilevato Gianfranco Venturi (Pd) -. è stata una carta vincente nel passato, ma oggi deve caratterizzarsi in termini di qualità. Insieme ai prodotti si devono vendere soluzioni e valori, come la sostenibilità ambientale.