Toscana

ROSSI, INCONTRO CON I SINDACI DELL’AREA PRATESE: QUATTRO PRIORITÀ PER RILANCIARE PRATO

(ASCA) – Un pacchetto di quattro priorità per rilanciare Prato: allungamento della filiera e reti di impresa, emersione dal lavoro nero, un’accelerazione sul polo tecnologico che “vive un momento di stallo”, ma anche un laboratorio di ricerca da realizzare assieme ai cinesi. E’ ruotato attorno ai temi economici l’intervento del presidente della Toscana Enrico Rossi a Prato, al termine dell’incontro, durato oltre tre ore, con i sette sindaci dell’area pratese. Con un annuncio: “Giusto stamani ho chiesto alla mia segreteria – spiega Rossi – di fissare un appuntamento con il ministro dell’economia per parlare di Prato e del suo inserimento nelle aree di crisi”. Rossi fissa già una data sul calendario. “Entro luglio tutti i progetti dovranno essere pronti. Entro luglio – prende l’impegno – il tavolo a cui abbiamo dato vita oggi dovrà partorire i primi lavori. E entro luglio dovrà essere pronta anche una prima valutazione tecnica e finanziaria sulla fattibilità di una tramvia che colleghi Prato a Firenze, attraverso Castello. Abbiamo già aperto un ufficio, con un funzionario dirigente dedicato e presente stabilmente a Prato. Una presenza autorevole che può agevolare i rapporti. Con questo protocollo diamo ora alla città e alla sua provincia l’attenzione speciale che merita”. Rossi, sollecitato dall’intervento del sindaco di Prato Roberto Cenni, si sofferma anche sul nuovo ospedale cittadino, i cui lavori sono oramai arrivati al tetto. “Abbiamo un accordo di programma che prevede che la Regione incassi 40 milioni attraverso la vendita al Comune del vecchio edificio – ricorda -. Se c’é un’altra soluzione, possiamo anche riformulare l’accordo. Ma bisogna trovare un meccanismo che garantisca alla Asl condizioni di economicità. Ed occorre fare presto”.Per trovare una soluzione per il parco archeologico di Gonfienti a Prato il presidente della Toscana, Enrico Rossi, ha deciso di convocare tutti i soggetti interessati e metterli a sedere attorno ad un tavolo, nel giro di qualche settimana. “La città etrusca che ho visto stamani è l’espressione di una civiltà così antica, raffinata e al contempo ‘globalizzata’ che non possiamo non valorizzarla, magari legandola al parco della Piana. Un segno di identità e una potenzialità turistica e culturale assolutamente da non trascurare. Ne sono rimasto davvero colpito – afferma Rossi -. Non sarebbe male riprendere la vecchia abitudine di programmare il futuro. Non per forza occorre fare tutto subito. Ma si può costruire qualcosa di strategico e importante anche realizzando, anno dopo anno, un pezzetto alla volta”. Da Gonfienti è iniziato il tour della giunta regionale a Prato. Il Mulino è un vecchio complesso medievale, antico possesso dei Ginori, che si alza con la sua torre in alberese tra i campi e capannoni dell’Interporto pratese. Ed è in questo edificio, ristrutturato con fondi europei, che sono custoditi tutti i reperti degli scavi condotti su tre piccoli fazzoletti di terra, gli unici finora indagati. Ci sono frammenti di antichi crateri, bacili e attingitoi che arrivavano dall’Attica, dall’Egitto e perfino dalla Siria. Ci sono antefisse che dominavano i tetti delle case per affermare il potere delle famiglie che l’abitavano, alcune delle case grandi anche 1400 metri quadri. Ci sono mappe appese ai muri e la ricostruzione di un piccolo portico di un’abitazione al primo piano. Il problema, oggi, è come conciliare il progetto dell’Interporto con la valorizzazione del sito archeologico. “Ci sono 500 mila euro pronti – si lamenta l’assessore della Provincia di Prato, Edoardo Nesi -: 300 mila li ha messi la Regione, gli altri la Provincia. Ma non riusciamo a spenderli”. Perché il terreno appartiene alla società (privata) che gestisce l’Interporto e quei terreni non possono essere ceduti gratuitamente.