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ROM: CONSIGLIO D’EUROPA, FORMAZIONE MEDIATORI E «DICHIARAZIONE DI STRASBURGO»

L’attivazione di un programma di formazione per mediatori con il compito di facilitare l’integrazione dei rom, e l’adozione di un documento, la “Dichiarazione di Strasburgo”, che ribadisce priorità e principi guida per lottare contro la discriminazione di cui questa minoranza (11 – 12 milioni in Europa) è vittima, e contribuire a promuoverne l’integrazione economica e sociale. È il frutto dell’Incontro di alto livello che si è tenuto oggi al Palais de l’Europe a Strasburgo, per iniziativa del segretario generale del Consiglio d’Europa Thorbjørn Jagland e che ha visto riuniti i rappresentanti dei 47 Stati membri del CdE, dell’Unione europea, di organizzazioni internazionali, Ong e della comunità rom e sinti. Tra questi Viviane Reding, commissario europeo per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza; il presidente del Comitato dei ministri, Antonio MiloshoskiRudko Kawczynski, presidente del Forum europeo dei rom e dei sinti. “L’incontro di oggi – ha detto in apertura Jagland – rappresenta un nuovo inizio per offrire un aiuto concreto all’intera popolazione rom del nostro continente. I rom sono cittadini europei”. Essi, ha assicurato Reding “saranno una delle priorità della presidenza ungherese Ue nel primo semestre 2011”. Jagland ha quindi annunciato l’avvio di un programma di formazione per mediatori con il compito di facilitare l’integrazione dei rom. “Essi – ha spiegato – costituiscono il link più diretto tra i nostri standard e la realtà del territorio. Possono provenire dalle stesse comunità rom, o essere professionisti già attivi nelle scuole, negli ospedali, nelle agenzie per l’impiego e nei commissariati dove ci sono dei rom”. I programmi di formazione, ha aggiunto, dovrebbero essere attivati già dall’inizio del 2011 nei Centri per la Gioventù del Cde a Strasburgo e a Budapest. “Siamo in grado di formare circa 1.400 mediatori l’anno, ma il loro numero dipenderà, almeno per il primo anno, dalle risorse disponibili e dalla capacità di assorbimento delle istituzioni nazionali e locali presso le quali verranno impiegati”. A conclusione dei lavori è stata adottata la “Dichiarazione di Strasburgo”. Tra le priorità indicate, l’impegno per la non-discriminazione, la cittadinanza, i diritti di donne e bambini, l’accesso alla giustizia; per l’inclusione sociale, in particolare in materia di istruzione, occupazione, alloggio e assistenza sanitaria; per la cooperazione internazionale a livello paneuropeo CdE, Ue e Osce; tra Stati membri, regioni, enti locali, comprensiva di cooperazione a tutti i livelli con le comunità rom.Sir