Mugugni e apprezzamenti negativi, che di quando in quando si sentono, riportano la nostra attenzione sulla liturgia e, in particolare, sulla musica sacra che, nel periodo del post-Concilio, ha subito più di una «distorsione». Sarà bene anche ricordare che nel suo discorso alla Curia romana nel Natale 2005, Benedetto XVI ha ribadito che il Concilio non ha rappresentato una rottura, bensì un rinnovamento nella tradizione e che nella liturgia latina il canto gregoriano ha avuto sempre una sua validità e una sua centralità, una sua innata funzionalità alla spiritualità e all’arte.Tutto questo per riaffermare che i testi e le melodie delle celebrazioni debbono rispettare la santità del luogo e la dignità dell’azione liturgica, piuttosto che essere ridotti a quel ciarpame devozionale che troppo spesso infesta la liturgia, magari in nome di una malintesa modernità. Questo discorso, che varie volte è affiorato in incontri e discussioni tra amici sul sagrato della chiesa, ci porta a sottolineare ancora una volta che la liturgia è un’Eucaristia che non dovrebbe richiedere parole esplicative e, soprattutto, che la liturgia non può prescindere dal canto gregoriano, vera simbiosi ed esegesi fra testo e melodia.Questa esigenza è stata fatta propria da un gruppo di persone particolarmente sensibili al problema del Cortonese, che hanno diffuso l’invito a tutti coloro che vogliono riscoprire la bellezza di questa musica antica a ritrovarsi una volta alla settimana per farla rivivere. Si tratta di una esperienze interessante che guarda verso melodie e brani sacri che col tempo sono stati dimenticati. Per le adesioni chiamare è possibile chiamate allo 0575.62.483 (ore pasti) o allo 0575.60.37.80 (orario ufficio)