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Riparte il campionato di calcio. Scendono in campo i «campanili»

di Marco LapiFinalmente si riparte. La crisi di astinenza cominciava a farsi seria, visto che tra Europei e Olimpiadi, quest’anno, i calciofili italiani sono rimasti orfani della serie A per ben quattro mesi tondi tondi. Niente, comunque, in paragone ai tifosi viola, che dopo le ben note vicende riassaporano la massima divisione dopo due campionati di assenza. E che dire allora del Livorno, che si riaffaccia tra le grandi addirittura dopo oltre mezzo secolo? Con il centenario Siena (mentre scriviamo ancora alle prese con la giustizia sportiva) saranno quindi tre le toscane in lizza. Un record eguagliato, per i campionati a girone unico: l’ultima volta fu nel 1987-88, con Fiorentina, Pisa ed Empoli, le altre tre, nel 1937-38, nel 1947-48 e nel 1948-49, ebbero per protagoniste Fiorentina, Livorno e Lucchese. Il problema è che tre volte su quattro una delle tre finì per retrocedere alla fine del torneo… Così fu per la Fiorentina nel 1938, il Livorno nel 1949, l’Empoli nel 1988.

La lotta tra toscane quindi non mancherà, come il campanile impone. Oltretutto, rispetto alle altre volte, la distribuzione geografica appare ottimale, essendo rappresentate sia la Toscana centrale che quella costiera e la meridionale, proprio come nel girone centro-sud del campionato post-bellico del 1945-46, con la Pro Livorno al posto del Livorno. Bianconeri (ora a scacchi) e amaranto, c’è da scommetterlo, si faranno in quattro per battere la Fiorentina, reduce da una campagna acquisti da protagonista. E se in B l’Empoli proverà a risalire la china (peccato, avrebbe potuto essere la quarta) e l’Arezzo farà di tutto per stupire ancora, in C1 la squadra più assetata di successo è certo il Pisa, ora distante ben due categorie dai rivali di sempre.

Ci si attende dunque una Toscana protagonista, come lo è stata ad Atene. Per certi aspetti, però, lo è molto meno: delle tre in A, nemmeno una società può dirsi davvero «toscana». Se il patron viola è infatti marchigiano, il presidente del Livorno è ligure e quello senese addirittura campano. Ai tifosi importa poco, soprattutto in tempi di globalizzazione, ma qualcosa vorrà pure dire. Meno male che possiamo contare su Ciampi, presidente per antonomasia. O meglio, ci può contare Livorno: inizia il campionato ed è bene non generalizzare. Diamo a Cesare quel che è di Cesare a patto che, per carità, nessuno ritiri in ballo Maldini senior. Neppure in caso di esoneri precoci.