Vita Chiesa

Ringraziamo Dio, saremo più felici

Chi di noi, dopo un pericolo scongiurato o un evento voltosi improvvisamente a nostro favore, non ha sperimentato un sentimento di sollievo o di soddisfazione? Poiché la vita non è sempre facile, quando le cose vanno bene è normale sentirsi sollevati e gratificati.

Ma chi davanti a una buona riuscita – che si sia rivolto a Dio nella preghiera o no – sente salire dal cuore la gratitudine per Colui che nascostamente è presente nella trama dei nostri giorni ed ha a cuore il nostro bene più di quanto possiamo immaginare?

Le possibilità che si prospettano per chi si dichiara cristiano rispetto alle circostanze che quotidianamente ci interpellano sono essenzialmente due: una visione di fede teoricamente affermata che riconosce Dio artefice dell’universo, rivelato nel Figlio crocifisso e risorto, con il quale intessere un generico rapporto di religione poco o per nulla incisivo sulla concretezza della vita; oppure uno sguardo più profondo che, attraversando situzioni ed avvenimenti, giunge diritto al cuore della realtà, dove si cela, nascosto e non raggiungibile da una visione di fatto materialistica, l’amore provvido del Padre chino sulle necessità di tutti i suoi figli.

Il tema della gratitudine, a ben vedere, ci conduce a una riflessione sulla Provvidenza, verità di fede oggi non molto citata, ma che sarebbe assai utile ravvivare. Credere nella Provvidenza del Padre che, come diceva il cattolico Manzoni, non turba mai la gioia dei suoi figli se non per prepararne una più grande, ovvero riconoscere la verità del mistero cristiano che colma di grazia lo scorrere cronologico del tempo trasformandolo in occasione di salveza, è la porta dello stupore che conduce inevitabilemente alla gratitudine e alla lode.

È bello dunque rendere grazie a Dio per tutti i benefici di cui ricolma la nostra vita – o ringraziare il fratello, che della Provvidenza talvolta è umile strumento – e scoprire che questa è una delle espressioni più alte e delicate della fede. Ringraziare è entrare in quello spazio di gratuità e libertà che ci fa protendere oltre i confini dello scontato e dell’utilitaristico, in una forma nuova di esistenza intrisa di speranza. Rendere grazie è attitudine del cuore che rimanda ai cieli nuovi e a quella nuova terra dove, liberi da ogni affanno, la gioia e la felicità saranno senza fine.a cura delle Clarisse di San Casciano Val di Pesa