Toscana

RIFUGIATI: L’ACNUR CHIEDE UN IMPEGNO ALLA PRESIDENZA ITALIANA UE

“Il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea arriva in una fase cruciale del processo di armonizzazione della normativa in materia di diritto d’asilo. In un momento in cui gli sforzi dei paesi europei sembrano concentrarsi maggiormente nella lotta all’immigrazione clandestina, è necessario distinguere la posizione dei rifugiati e dei richiedenti asilo che hanno bisogno di protezione”: questo è quanto dichiarato da Johannes van der Klaauw, funzionario dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur) a Bruxelles, nel corso del Convegno su “La politica di asilo dell’Unione europea e il semestre di Presidenza italiana” svoltosi oggi a Roma per iniziativa dello stesso Acnur.

“Il programma di lavoro – ha proseguito van der Klaauw – prevede di raggiungere l’adozione di due direttive che costituiscono i blocchi di costruzione del sistema europeo del diritto d’asilo: quella sulla definizione di rifugiato e quella sulle procedure d’asilo per fissare degli standard minimi comuni”. “Altro elemento di dibattito – ha aggiunto il funzionario dell’Acnur – riguarda la possibilità di migliorare le condizioni dei rifugiati creando delle zone di protezione regionale in aree vicine ai paesi d’origine affinché vengano loro evitati viaggi lunghi e pericolosi per arrivare in Europa. Ciò richiede investimenti ingenti e accordi di collaborazione con i paesi terzi”. “Il testo sulla definizione di rifugiato – ha spiegato Johannes van der Klaauw durante il convegno dell’Acnur, tenutosi oggi a Roma – è molto importante non solo per l’Europa ma per il mondo intero perché per la prima volta, nello spirito della Convenzione di Ginevra del 1951, viene codificato il concetto di ‘persecuzione’ sia verso i singoli che verso una comunità, come nel caso di guerra civile, evidenziando anche connotazioni legate al genere: violenza sessuale, persecuzione contro omosessuali, matrimoni imposti”. Per quanto riguarda le procedure, secondo il funzionario dell’Acnur, occorre soprattutto “accelerare i tempi di esame delle domande e ridurre i livelli di appello: in Italia, unico paese in Europa in cui manca una legge in materia, i tempi sono troppo lunghi mentre nel Regno Unito sono previsti sette gradi di appello”. Si deve inoltre “fare attenzione a non abbassare ulteriormente le garanzie per i richiedenti asilo, come avviene attraverso la previsione di misure d’urgenza che stabiliscono la detenzione in attesa dell’esame della richiesta o la possibilità, in alcuni casi, per la polizia di frontiera di respingere il richiedente asilo qualora ritenga la sua domanda non fondata”. Ne consegue la necessità di “formare personale specializzato in grado di effettuare subito una intervista alla persona che chiede asilo” mentre “sarebbe stato auspicabile che le richieste d’esame fossero accolte da un’unica Agenzia a livello europeo”. Sir