Delusione e amarezza. Napoli ancora umiliata e tradita nella sua dignità, nelle sue attese e soprattutto nei suoi diritti. Vive così l’attuale emergenza rifiuti il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, secondo il quale, di fronte al dramma che continua a vivere la nostra città, come pure parte della provincia, ogni parola appare ormai fuori posto. I rifiuti nelle strade sono la tragica eloquenza di una situazione intollerabile non solo da oggi, ma dal momento stesso in cui si è originata. Quella che da troppo tempo viene definita emergenza è, in realtà, il segno di una sconfitta senza fine che riguarda tutti, ma che oggi rischia di abbattersi come un colpo mortale su una Napoli già duramente provata su altri versanti. Anche nei momenti più gravi e nelle situazioni più difficili, come quella che stiamo vivendo, esistono tempi diversi rispetto alle varie fasi dell’impegno richiesto a ciascuno. Come Pastore della Chiesa di Napoli prosegue l’arcivescovo -, avverto il dovere di sottolineare che questo è il momento della responsabilità comune, del serrare le fila e mettere da parte ogni forma di polemiche, tra le tante che – anche legittimamente – la dolorosa e assurda vicenda – rifiuti può originare. Non si tratta chiarisce il porporato – di spargere veli pietosi sul passato, né di chiudere gli occhi di fronte alle responsabilità maturate, sia a livello politico che amministrativo, senza neppure escludere alcune manifestazioni di scarsa cura per il bene comune messe in atto a livello individuale; per non parlare, infine, della micidiale morsa con la quale la criminalità organizzata tenta di stringere ai suoi criminali interessi anche questa ennesima crisi della città. Infatti, verrà il momento delle analisi e della ricerca delle colpe certe, ma ora la vera emergenza è un’altra, è quella di salvare non solo il buon nome della città, ma la città stessa: la salute, il decoro, la dignità della sua gente e, primi fra tutti, dei più deboli che, come sempre, sono i più esposti davanti a ogni ricorrente difficoltà. Se la Chiesa di Napoli avverte ora la necessità di riprendere ancora una volta la parola sostiene il card. Sepe -, lo fa unicamente per segnalare una tale urgenza: si faccia presto! Non si indugi un momento di più per mettere in atto tutto ciò che occorre per liberare Napoli da una vergogna che rischia di sovrastarla. Per il cardinale, nessuna comunità civile può mai meritare ciò che Napoli sta sopportando da troppo tempo. Ma basta è l’appello pressante del card. Sepe – con misure che non risolvono. Basta con gli attendismi. Basta anche con le distinzioni e gli scambi di accuse che, in questo momento, servono solo ad allontanare la soluzione del problema. Secondo il porporato, la triste vicenda dei rifiuti di Napoli è questione morale per tutti, prima ancora di essere responsabilità di alcuni o di una comunità. Di fronte a chi continua a rifugiarsi nei propri egoismi e non riesce a liberarsi da visioni settarie della realtà, non ci può essere risposta. La condanna è nell’isolamento di posizioni inaccettabili, lontane da ogni ragionevole soglia di solidarietà umana e sociale. Nessuno avverte l’arcivescovo di Napoli – può pensare di vivere una vita sana e al riparo da ogni possibile infezione’ se nel corpo c’è comunque una qualche patologia. Napoli, prosegue il cardinale, ha bisogno di poter guardare avanti e di recuperare una speranza che rischia anch’essa di restare sepolta sotto i cumuli di rifiuti. La comunità ecclesiale conclude il card. Sepe – non si rassegnerà mai a vedere mortificata in tale misura un’intera popolazione. E’ il nostro impegno e anche il modo di esprimere la nostra vicinanza e l’amore verso una città che, per la nostra parte, siamo orgogliosi e fieri di rappresentare.Sir