Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Rieducare tutti al vero significato del sacramento».

Rieducare tutta la parrocchia, a partire da coloro che la frequentano, al vero significato dell’Eucaristia». Parte da questo spunto la riflessione del vicariato di Castiglion Fiorentino sull’esortazione apostolica di Benedetto XVI «Sacramentum caritatis» che il Consiglio pastorale diocesano ha proposto ai vicariati dell’intera diocesi. A Castiglion Fiorentino i rappresentanti dei Consigli pastorali parrocchiali si sono riuniti in due incontri che sono stati segnati da un’analisi del documento del Papa e da una verifica della partecipazione alle celebrazioni da parte dei fedeli. Secondo il vicariato, la riscoperta dell’Eucaristia passa da un «percorso educativo con la frequente adorazione eucaristica, con appropriate e sistematiche catechesi e un’azione pastorale fondata sull’Eucaristia che rispecchi l’unità a livello diocesano, vicariale e parrocchiale». Nelle riflessione del vicariato di Castiglioni, particolare attenzione è stata rivolta alla famiglia perché «al suo interno educhi e richiami a vivere la quotidianità nell’ottica dell’Eucaristia e il riferimento alla celebrazione domenicale ritorni ad essere il punto centrale del dialogo in casa». Poi viene suggerito che l’«esistenza quotidiana è chiamata a far riferimento costante alla celebrazione dell’Eucaristia come ascolto, offerta, donazione, comunione e missione in tutti i momenti e gli ambiti della vita»: dal lavoro ai rapporti interpersonali, dalla vicinanza a chi soffre alle occasioni di divertimento. Quindi viene proposto di «valorizzare i segni della celebrazione eucaristia perché non siano incomprensibili e non sfocino nel puro “devozionalismo”». Da sottolineare anche l’urgenza di «rievangelizzare la nostra realtà sociale, partendo dall’unico pane spezzato, alla condivisione, alla solidarietà e al continuo riferimento al bene comune». Un ruolo di primo piano è giocato dai laici da «formare ed educare a tutte le loro ministerialità durante la celebrazione perché questa non appaia come proprietà esclusiva del sacerdote celebrante». Infine vanno corretti alcuni aspetti come l’eccessivo numero di Messe, la partecipazione stanza, le omelie eccessivamente moralistiche o l’atteggiamento di spettacolarità.