Vita Chiesa
RICORDATO IN PALAZZO VECCHIO GIORGIO LA PIRA, UOMO DEL DIALOGO
Nell’Europa colpita dalla tragedia di Madrid, La Pira ci ricorda la necessità del dialogo tra cristiani e musulmani. È questa la lezione del sindaco santo risuonata ieri in Palazzo Vecchio, durante il convegno organizzato nel centenario della nascita cui hanno partecipato il ministro degli Interni Giuseppe Pisanu, i sindaci di Firenze e di Roma Leonardo Domenici e Walter Veltroni, il vescovo di Ivrea Luigi Bettazzi, Sergio Zavoli e il presidente della Fondazione La Pira Mario Primicerio.
Del sindaco santo, monsignor Bettazzi ha sottolineato soprattutto due aspetti: la laicità e la non violenza attiva. La Pira – ha detto il prelato – è stato un profeta laico, pur essendo uomo di profonda fede: esponente di quella laicità che combatte contro le chiusure, che sa sostenere le proprie convinzioni senza farne delle barriere.
Ricordare Giorgio La Pira – ha detto il sindaco Domenici – per Firenze e i fiorentini è l’occasione per ripensare la città, il suo ruolo, la sua vocazione, per ripensare a noi stessi. E la memoria non vuole essere retorica, ma deve servire a guardare al futuro, a guardare più lontano. Giorgio La Pira – ha proseguito Domenici – ha saputo interpretare il ruolo di sindaco in un modo moderno, attraverso un rapporto diretto con i cittadini. Lavorò per far capire come per le città, e per Firenze in particolare, fosse importante aprirsi al mondo, essere luogo di dialogo, di scambio, di confronto. Firenze ha avuto un sindaco che ha saputo sposare l’attività di amministratore con quella che definirei una lungimiranza profetica. Un sindaco ha fatto eco Veltroni deve interpretare l’anima di una città, e La Pira ha saputo farlo benissimo; a questo, ha aggiunto un’attività tutta propria di ambasciatore di pace della repubblica fiorentina.