Trentadue milioni per finanziare i progetti delle imprese toscane che hanno scelto di investire in ricerca, tecnologia e sviluppo: aziende che hanno a volte corso da sole, ma più spesso si sono associate ed hanno fatto squadra. «C’è una Toscana che non si ferma, nonostante la crisi e la pesante congiuntura economica» sottolinea l’assessore regionale alle attività produttive, Ambrogio Brenna. E lo dicono i numeri delle imprese che hanno partecipato al bando pubblicato in primavera e rivolto alle aziende medie, piccole ma in questo caso per la prima volta anche grandi le quali hanno deciso di crescere e di puntare su iniziative ad alto contenuto tecnologico. Sono state 636, con 285 progetti: 137 sono stati ammessi e 38 saranno subito finanziati. Per non rischiar e di uscire dalla crisi più deboli di come vi si è entrati, la via obbligata è del resto quella di investire ed innovarsi. «Puntando su qualità e valore aggiunto, ricerca e tecnologia prosegue l’assessore -: aggregandosi anche. E l’investimento potenziale in ricerca e sviluppo, più ricerca per adesso e meno sviluppo, anche per il gap che le nostre aziende contavano, è di quelli importanti: oltre 290 milioni di euro. Sopratutto evidenzia appare positivo l’interesse dimostrato anche dalle piccole imprese, la maggioranza del sistema produttivo toscano e finora tradizionalmente ‘fredde’ verso gli investimenti in ricerca industriale, e il tentativo di aggregazione tra queste e il mondo della ricerca pubblico e privato». E’ vero che al momento non ci sono soldi per tutti, ma non è detto che non arrivino. Potrebbe infatti cambiare la suddivisione delle risorse assegnate al Por Creo: uno dei più importanti programmi europei attraverso il quale la Regione sostiene i progetti di investimento delle imprese e degli enti pubblici, 1 miliardo e 126 milioni fino al 2013 (un terzo fondi europei, un quarto regionali e il resto statali). «E non appena nuove risorse si renderanno disponibili annuncia Brenna , la giunta è intenzionata rifinanziare il bando, scorrendo la graduatoria».137 progetti ammessi e 313 imprese coinvolte. Le domande sono state presentate tra il 16 febbraio e il 5 maggio e in quattro mesi tutti i progetti (285 con 636 imprese coinvolte) sono stati esaminati. Un’attività che ha visto all’opera un comitato scientifico assistito da undici professori universitari, che all’inizio di ottobre ha stilato la graduatoria definitiva (disponibile su www.regione.toscana.it). I progetti tecnicamente validi e ammissibili sono stati 137, per un investimento di 160 milioni (in media poco meno di 1,3 milioni a progetto) e una richiesta di finanziamento per 95. La metà sono il frutto di aggregazioni temporanee di imprese, presenti anche laddove non era espressamente richiesto dal bando. Complessivamente le aziende coinvolte sono 313: 45 grandi imprese, 48 medie e 218 piccole, distribuite in tutte e dieci le province toscane. Pisa è la provincia con il maggior numero di progetti ammessi (31), forse anche per la presenza del Cnr e dell’università. Segue a ruota Firenze con 28, quindi Lucca e Arezzo con 18, Siena con 12 e Livorno con 10. La provincia di Massa Carrara conta nella graduatoria finale 6 progetti, Prato e Pistoia 5 a testa e Grosseto 4. 32 milioni per i primi 38 progetti. Con 32 milioni, tutte le risorse in questo momento a disposizione, saranno finanziati intanto i primi 38 progetti: 12 (su 108) della linea dedicata alle tecnologie e all’information tecnology, alla robotica e alla meccanica avanzata, alla chimica e alle produzioni sostenibili, ovvero la punta tecnologicamente più sviluppata della Toscana per la presenza anche di specializzazioni universitarie di frontiera; 22 (su 25) sono i progetti finanziati della linea dedicata ai settori tradizionali, dalla meccanica alla moda, dalla nautica alla casa, e 4 (tutti quelli ammessi) quelli della terza ed ultima linea riservata ai distretti, ovvero Prato e Santa Croce. Proprio ai distretti andranno 6,6 milioni, 11,9 alle imprese avanzate e 13,5 alle aziende dei settori tradizionali. Mediamente i contributi pubblici si aggirano attorno al 60% del costo del progetto: nel caso delle piccole imprese si può arrivare all’80%, non si va mai oltre il 50% per le grandi imprese.Dalla meccanica alla chimica, dalla nautica alle nanoparticelle. Ma su cosa hanno deciso di investire le aziende toscane che sono state premiate? La meccanica è uno dei settore trainanti, ma anche la chimica farmaceutica e la tecnologia applicata alla medicina sono tra le eccellenze: tra i progetti c’è un laser, evoluzione dell’industria militare, utilizzato per trattare la pelle e ridurre lo spessore della cute guidato da un ecografo. Ci sono tessuti speciali per ridurre gli effetti della psoriasi, motori elettrici miniaturizzati e sistemi meccanici per lo sviluppo occupazionale di persone con handicap. Ci sono la robotica e le nanotecnologie, con lo studio di farmaci che favoriscano lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni. Ci sono la domotica applicata alle imbarcazioni da diporto, sistemi di propulsione ibrida elettrica applicati sempre alle navi e case di legno ecologiche. E poi ancora ricerca e sviluppo per la realizzazione di oggetti in vetro cavo di qualità superiore, microturbine, nuovi metodi per lo sfruttamento delle cave, sistemi intelligenti per contrastare gli incendi e nanoparticelle in grado di rende re più sostenibile il ciclo di concia e lavorazione delle pelli. Un lungo elenco tutto da sfogliare. (cs-Walter Fortini)