Toscana

RIASSETTO DELLA STRUTTURA REGIONALE, VIA LIBERA A MAGGIORANZA IN CONSIGLIO

Con 24 voti a favore, 17 contrari e nessun astenuto, il Consiglio regionale della Toscana ha dato il via libera, in serata, alla legge che modifica il testo unico sul personale regionale e la legge concernente la difesa in giudizio della Regione Toscana e l’Avvocatura regionale. A favore hanno votato i gruppi del Centrosinistra, contro quelli del Centrodestra.Le modifiche in materia di personale introducono, fra le altre cose, una ridefinizione dei ruoli e delle attribuzioni dei direttori generali dando a quello della Presidenza della Giunta un più incisivo ruolo di coordinamento fra l’azione amministrativa e le politiche regionali. Al contempo l’Avvocatura continuerà ad essere equiparata ad una direzione generale.In Aula è stato il presidente della commissione Affari istituzionali, Marco Manneschi (Idv), a spiegare che, fra le novità introdotte, oltre al rafforzamento del ruolo del direttore generale della Presidenza, ci sono la ridefinizione dei compiti dei direttori generali e delle aree di coordinamento, ma anche nuove regole per i dirigenti con contratto a tempo determinato e il non automatismo nel rinnovo degli incarichi per i coordinatori d’area. Al direttore della Presidenza viene attribuita la responsabilità di assicurare la “rispondenza complessiva” dell’attività amministrativa agli obiettivi definiti dalla Giunta e la “coerenza generale” dell’azione regionale per i profili organizzativi, finanziari e giuridici, avvalendosi del Comitato tecnico di direzione per il raccordo con le attività delle altre direzioni.Il rapporto fra le aree di coordinamento ed i settori sarà all’impronta della sovraordinazione gerarchica, come si rileva dalle disposizioni che attribuiscono al coordinatore il potere di assegnazione degli obiettivi e delle risorse alle strutture dell’area, la responsabilità di valutare i dirigenti dell’area e il compito di apporre il visto sugli atti di competenza degli organi di direzione politica predisposti internamente all’area.Per quanto riguarda i direttori generali, invece, le maggiori novità riguardano l’esercizio delle funzioni disciplinari, in conformità alle modifiche apportate alla normativa nazionale, nonché la possibilità di riservarsi risorse destinate alla realizzazione di obiettivi strategici specifici, da perseguire in coerenza con le politiche generali dell’Ente. In particolare, sulla valutazione dei dirigenti, i provvedimenti disciplinari nei loro confronti saranno assoggettati al parere del Comitato dei garanti, adeguando così la legge regionale alla normativa nazionale. La disciplina della valutazione del personale non dirigente, invece, è stata rinviata alla fonte regolamentare, che sarà modificata per tenere conto delle novità introdotte nella normativa nazionale dai cosiddetti decreti Brunetta.Sul fronte dell’Avvocatura regionale, come spiegato da Manneschi, la proposta di legge stabilisce che essa “viene configurata come struttura peculiare in posizione di autonomia rispetto alle direzioni generali” e che “ad essa è preposto l’avvocato generale al quale si applicano le disposizioni concernenti i compiti e le attribuzioni del direttore generale”.Per la difesa in giudizio della Regione, fatto salvo l’automatismo dell’opposizione quando la Regione viene chiamata in causa dal momento che “in simili condizioni è dovuta”, si è stabilito che, nei casi in cui l’Avvocatura creda opportuno agire legalmente verso una controparte, la stessa Avvocatura deve sempre darne preventiva comunicazione alla Giunta affinché quest’ultima possa esprimere il suo eventuale contrario avviso.Compatto, nella contrarietà alla proposta di legge, si è espresso il Centrodestra. Alessandro Antichi (Pdl), che della commissione Affari istituzionali è vicepresidente, ha esordito affermando che “il testo unico sul personale è stato modificato ben cinque volte in meno di due anni” configurandosi come “una normativa assolutamente instabile” e come “uno strumento al servizio della politica che la Sinistra cambia a seconda delle contingenze e degli interessi del momento”.Nonostante l’odierna proposta di legge dichiari nel preambolo l’intento di contenere le spese e “migliorare l’efficienza gestionale degli uffici regionali”, secondo Antichi “la Giunta ha dovuto ammettere che da gennaio 2010 ad oggi, il numero complessivo dei dirigenti regionali non è cambiato perché è sempre di 128 unità, mentre ciò che è mutato è stato il numero dei direttori generali, sceso da otto a cinque, anzi da otto a cinque più uno, cioè a sei, perché a questi va aggiunto il responsabile dell’Avvocatura”. Il numero dei dirigenti di settore, ha aggiunto Antichi, è sceso di uno, da 105 a 104, e il numero dei responsabili delle aree di coordinamento è addirittura salito da quindici a diciotto, con un risparmio globale, per l’anno in corso, che non può che dirsi irrisorio, vale a dire 100 mila euro”.Antichi ha quindi affermato che “se nel 2011 saranno circa 15 i dirigenti che lasceranno l’Amministrazione regionale”, questo sarà possibile “grazie al decreto Brunetta che prevede il blocco del turn over nella misura dell’80 per cento”. In altre parole, secondo Antichi, “i risparmi che sarà possibile fare, dipenderanno dall’applicazione delle norme nazionali, il decreto legislativo Brunetta e il blocco del turn over, non certo dalle politiche della Regione, il cui fine è mettere ancor più le mani sulla burocrazia regionale cancellando le ultime sacche di indipendenza esistenti nella struttura Regione”.Il voto contrario lo ha motivato anche Marco Carraresi (Udc) secondo cui “la delusione è stata tanta quando, dopo aver creduto che la modifica del modello organizzativo della Regione poteva rappresentare una svolta epocale, ci si è dovuti rendere conto che è stata un’occasione persa”. Carraresi ha inoltre sottolineato che “sarebbe importante, anzi lo vorremmo, che il rapporto fiduciario che sta alla base di tanti contratti dirigenziali fosse vero, perché vorrebbe dire che col cambio di legislatura cambierebbero anche molti dirigenti e quindi la struttura, ma così non è”. Tanto che Carraresi ha chiosato: “Questa è una proposta di legge assolutamente non condivisibile. Siamo di fronte ad una grande occasione persa”. Dario Locci (Lega Nord) ha annunciato il voto contrario del suo gruppo affermando di non essere d’accordo “sia sul metodo che nel merito” poiché da una parte “si è messo mano a questo testo unico con una frequenza impressionante tanto da averlo snaturato” e dall’altro “perché assai discutibile è anche la filosofia della legge che non razionalizza e non ottiene i risultati che si dice di voler raggiungere”.Alla legge era stata inizialmente abbinata una proposta di risoluzione con cui il Consiglio regionale, se approvata, avrebbe impegnato la Giunta “a presentare quanto prima, e comunque entro il 30 giugno 2011, una proposta di riorganizzazione della struttura operativa regionale che ridefinisca qualitativamente e quantitativamente le figure dirigenziali e le posizioni organizzative”.  Al momento del voto, Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto) ha chiesto, incontrando il favore dell’Aula, di rimandare la discussione sulla proposta di risoluzione “al fine di poter approfondire il testo”. (mc)