È una delle chiese più antiche di Pisa: il primo documento che parla di San Pietro in Vincoli è infatti del 26 maggio 1018. Quindici anni fa i vigili del fuoco ne dichiararono l’inagibilità. Nel ’96 una èquipe di professionisti cominciò a lavorare intorno al «capezzale» della grande ammalata. Oggi i lavori di restauro si sono finalmente conclusi e San Pietro in Vincoli (più conosciuta come San Pierino) si presenta alla città più bella di sempre.Mercoledì 25 marzo, festa dell’Annunciazione e Capodanno pisano, tutti potranno entrare in questa chiesa. Lo faranno, di certo, i figuranti del Gioco del Ponte, che raggiungeranno in corteo San Pietro in Vincoli. E poi l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, il rettore della chiesa monsignor Aldo Armani, le autorità civili (alla cerimonia è stato invitato anche il ministro per i beni culturali Sandro Bondi).ncora, i vertici degli istituti che hanno finanziato il restauro: la Fondazione Cassa di risparmio di Pisa, la Cassa di risparmio Lucca, Pisa, Livorno, la Regione Toscana (che ha destinato al recupero di San Pietro in Vincoli fondi dell’Unione europea) e l’amministrazione provinciale di Pisa.Infine, i professionisti che hanno lavorato a questo recupero: come l’architetto Salvatore Re, che ha curato il progetto architettonico o l’ingegner Raffaello Bartelletti, autore invece del progetto strutturale; infine l’architetto Marta Ciafaloni e Clara Baracchini della locale Soprintendenza, che hanno coordinato le varie fasi di restauro.Il restauroUn restauro curato dalla ditta Edilteam 2001 ed altri. Preceduto da rilievi ed indagini su pareti della chiesa e della cripta, che hanno permesso di ricostruire la «storia» (e gli interventi fatti in passato) di questo monumento. E dal consolidamento della struttura dell’edificio: quando i tecnici vi misero piede, riscontrarono numerose fessure e deformazioni alle pareti del perimetro, ai muri interni che delimitavano la navata centrale e alle volte della cripta. Chiesa e cripta sono state dotate di nuovi impianti di riscaldamento: per riscaldare la chiesa è stato utilizzato un riscaldamento ad aria, nascosto da arredi; mentre per la cripta è stato adottato un sistema di riscaldamento a piastra radiante posto al di sotto del pavimento. Per il recupero delle facciate è stato utilizzato, per la prima volta al mondo, uno strumento laser a luce infrarossa: questa tecnica ha incuriosito persino un gruppo di tecnici nipponici, arrivati a Pisa appositamente per chiedere lumi su questo restauro. Per consolidare il marmo degradato, invece, è stato utilizzato ossalato d’ammonio, verificandone l’efficacia con test di laboratorio. All’interno della chiesa, il marmo delle colonne e dei capitelli apparivano coperte da un deposito scuro, di colore grigio-verde, che alterava l’effetto cromatico e nascondeva la natura del materiale: impacchi di carbonato di ammonio, spazzoline e bisturi hanno «rimosso» gli annerimenti. Il pavimento cosmatescoSi presentavano precarie anche le condizioni del pavimento cosmatesco: tessere e giunti erano infatti degradate e i tecnici hanno faticato non poco a consolidarle, posizionarle sul terreno, stuccarle con calci aeree, coccio pesto e pozzolana; mentre l’integrazione delle tessere mancanti è stata fatta utilizzando marmi e porfidi similari, tagliati manualmente.Il recupero degli affeschiRestaurato l’affresco della controfacciata. Il dipinto rappresenta l’Annunciazione. Prima dell’intervento, copiose infiltrazioni d’acqua ne avevano assottigliato il colore, «sbiancato» alcune parti e fatto emergere alcune efflorescenze saline. Le superfici sono state pulite e, ove necessario, reintegrate mediante ritocco pittorico.L’umidità aveva danneggiato anche gli affreschi delle volte della cripta. Affreschi consolidati e recuperati dalla ditta Mida restauro. Gli intonaci delle volte non affrescate sono stati integrati e riequilibrati con velature a calce. Le ghiere in mattoni di archi, nella parte orientale, sono state lasciate faccia vista per conservare l’originario aspetto privo di scialbi e intonaci.La grande quantità di documenti raccolti durante il corso del restauro è tuttora oggetto di approfondimento e di studio.La cerimoniaMercoledì 25 alle ore 18 l’arcivescovo benedirà la chiesa e la lapide commemorativa, mentre il gruppo vocale lucchese «Concentus Lucensis» canterà canti gregoriani. Poi il rettore, gli sponsor e l’arcivescovo presenteranno i restauri. Da allora e fino alle ore 23 sarà possibile visitare chiesa e cripta.