“Gli Uffizi – ha spiegato Schmidt – hanno un ruolo di incubatore economico per tutta Firenze e per tutto il Paese essendo il museo più visitato in Italia. Abbiamo perso 12 milioni di euro in questi 85 giorni di chiusura, ma Firenze in realtà ha perso molto di più per l’indotto mancato”.Oggi ha concluso Schmidt, c’è anche “la ripartenza delle regioni, la gente verrà dal nord e dal sud a vedere gli Uffizi e questi sono i primi passi che ci riportano verso una maggior apertura, sempre nelle condizioni di sicurezza”. Al cardinale Betori il compito di benedire il museo, come fece il suo predecessore, il cardinale Florit, dopo l’Alluvione del 1966.Nella conferenza stampa si è parlato anche del dibattito sulla proposta di riportare alcune opere nelle chiese. Una mostra a Firenze, entro un paio di anni, con le opere custodite nei depositi delle Gallerie degli Uffizi e della soprintendenza del capoluogo toscano che furono originariamente create per le chiese: è quanto annunciato da Eike Schmidt.“Abbiamo nei depositi numerose opere d’arte – ha detto – che furono portate via dalle chiese temporaneamente, per qualche restauro, per il rischio di furto, dopo l’alluvione o dopo la guerra. Queste opere non sono state viste da nessuno per molti decenni e spesso si è persa la memoria storica dei luoghi dai quali provengono”. “Ho parlato con la nostra curatrice – ha aggiunto Schmidt – che si è occupata degli affreschi staccati da varie chiese e le ho chiesto di progettare una mostra per rendere note queste opere d’arte” che “non sono tutti capolavori, ma comunque ci sono anche dei capolavori e anche le opere che non lo sono hanno una dignità e una relazione pertinenziale con il luogo dal quale provengono”.