Italia
Restituire alla politica il fondamento della morale
Ma è sufficiente ricordare che anche gran parte del pensiero politico contemporaneo, e proprio dopo la tragedia delle diverse esperienze totalitarie, nazista e comunista, sostiene che esse si sono instaurate, come ha lucidamente mostrato Hannah Arendt, proprio su democrazie che, per aver radicalizzato il relativismo morale, ottundendo la coscienza personale del bene e del male, hanno trasformato il «popolo» in «masse» senza coscienza etica, le quali hanno dato ciecamente l’assenso e il sostegno al totalitarismo ed al terrore. Da Aristotele, che aveva concepito la politica come derivata dalla morale, fino ad Hannah Arendt dunque una ininterrotta corrente di pensiero laico, anche non cattolico, è stata pensosa del rapporto tra democrazia e morale non in termini confessionali ma autenticamente «laici» (Campanella, Vico, Strurzo), riaffermando, contro la separazione tra politica e morale instaurata da Machiavelli (e poi sostenuta da Spinoza, Hobbes, Marx, Engels, Lenin, nonché dall’odierno «relativismo etico»), che senza una autentica fondazione morale nessuna politica, anche in regime democratico, può perseguire il vero «bene» dell’uomo, ma unicamente un potere che è fine a se stesso e non si sa dove possa condurre.