Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Restaurato il quadro di San Michele Arcangelo.

Il patrimonio artistico di Castiglion Fiorentino si arricchisce di una preziosa tela restaurata con i fondi del Lions Club Cortona Valdichiana Host. L’opera, raffigurante San Michele, patrono della città, di autore ignoto, risale al periodo barocco ed è stata presentata al pubblico nel corso di una cerimonia ospitata nel palazzo comunale. Alla presenza del sindaco Paolo Brandi, del professor Giuseppe Alpini, del maestro Carmelo Serafini e del past governatore Maurizio Kovacevich, il presidente dei Lions, Gaetano Papponi, ha introdotto le relazioni del critico d’arte Liletta Fornasari e del restauratore Alberto Spurio Pompili.La venerazione dell’arcangelo San Michele risale ai primi anni del cristianesimo. Una leggenda narra di una sua apparizione sul Monte Gargano, in Puglia, dove si manifestò ad alcune persone che vagavano in cerca di un toro che si era allontanato dalla mandria, ed espresse loro il desiderio che quel luogo fosse a lui consacrato.Ben pochi santi, nel corso del Medioevo, hanno goduto della popolarità dell’Arcangelo Michele, il cui culto è tuttora vivissimo in molti paesi : lo testimoniano le numerosissime chiese e santuari a lui dedicati. San Michele Arcangelo è invocato a protezione non soltanto dei singoli fedeli, ma di tutta la Chiesa contro i nemici terreni e infernali. Egli è l’Arcangelo guerriero, l’avversario di Satana, in lotta contro il quale è rappresentato dagli artisti di tutte le epoche.Castiglion Fiorentino ha oggi, tra i suoi tesori artistici, molte raffigurazioni del suo santo patrono. Tra le più significative, una statua lignea del 1300 custodita nella Pinacoteca Comunale e un dipinto di Salvi Castellucci custodito nel nuovo museo della pieve di San Giuliano, a fianco della chiesa della Collegiata.Liletta Fornasari ha presentato un’ampia descrizione del dipinto restaurato: un’opera su tela di grandi dimensioni raffigurante San Michele nella tradizionale veste azzurra e mantello rosso, nell’atto di trafiggere con una lancia il demonio con sembianze umane disteso a terra. Alberto Spurio Pompili, che ha curato personalmente l’intero restauro, ha illustrato al pubblico la precaria situazione nel quale si presentava l’opera d’arte, le varie fasi e le difficoltà incontrate per riportarla il più fedelmente possibile alle condizioni originarie. Attualmente il dipinto, del quale non si è ancora riusciti ad identificare l’autore, è collocato all’interno del palazzo comunale dove i visitatori possono prenderne visione.Alessandro Venturi