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Repubblica Centrafricana: Cuamm, “situazione molto delicata, una sorta di ‘bomba ad orologeria’ che potrebbe scoppiare da un momento all’altro”

Da ieri, giovedì 21 gennaio, il governo della Repubblica Centrafricana ha stabilito “quindici giorni di Stato di emergenza”. Misure eccezionali, che danno alla polizia e ai militari poteri straordinari, su tutto il territorio per mantenere l’ordine, ricorda, in un comunicato, Medici con l’Africa Cuamm, che è in attesa di ricevere il rifornimento di materiale di prima necessità per il lavoro in ospedale, come i guanti per esempio, che è bloccato al confine con il Camerun.

“A Bangui la situazione è ancora sotto controllo – afferma Dario Mariani, responsabile dei Progetti del Cuamm nel Paese -. La città brulica di militari e il rigido coprifuoco, dalle 18 della sera alle 5 della mattina, fa il resto. Ancora i ribelli qui non sono arrivati. Si sentono spari solo la notte, in lontananza. Certo la situazione è molto delicata, una sorta di ‘bomba ad orologeria’ che potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Con l’attacco alle principali vie del commercio e del trasporto, si colpisce la popolazione stessa. I generi alimentari di base, come la manioca, hanno prezzi più che raddoppiati. Non possiamo più bere l’acqua dell’acquedotto, per esempio, perché sono terminate le sostanze reagenti che utilizzano per che renderla potabile e non si sa quando arriveranno. Dobbiamo utilizzare solo quella in bottiglia. Se dovessero cominciare a scarseggiare i beni di prima necessità, si teme che la popolazione possa reagire”.

Lunedì scorso, l’ultimo grande attacco che, come denuncia Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari), ha colpito la MSR1, la principale via per i rifornimenti e il commercio del Paese che unisce la capitale Bangui al porto più vicino, in Camerun. “L’attacco di lunedì ha distrutto un convoglio di 30 camion che trasportavano beni di prima necessità – ricorda il Cuamm -. E questo è solo l’ultimo, ennesimo episodio. Da dicembre, si stima che, al confine con il Camerun, siano stati bloccati circa 1.000 camion che dovevano far entrare nel Paese cibo, medicinali e altri prodotti utili alla popolazione”.