Vita Chiesa
RELIGIONI: MEETING DI S.EGIDIO A LIONE, «IL CORAGGIO DI UN UMANESIMO DI PACE»
Siamo lieti che la nostra città sia stata scelta per questo evento che si tiene per la prima volta in Francia. È qui che Giovanni Paolo II, durante il suo viaggio nel 1986 lanciò un vibrante appello alla pace, qualche giorno prima dell’indimenticabile riunione di preghiera ad Assisi. E da diciannove anni gli incontri di Sant’Egidio ne sono ogni anno il fedele proseguimento. Con queste parole il card. Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione ha introdotto ieri la liturgia ecumenica nella Chiesa di Fourvière dove si trovavano raccolti i partecipanti al Meeting Interreligioso promosso dalla Comunità di Sant’Egidio.
L’11 settembre resta la data più tragica di questo nostro inizio di secolo ha detto Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio , nella conferenza inaugurale del convegno apertosi ieri a Lione e che proseguirà fino al 13 settembre. È cresciuta, – ha ripreso Riccardi nell’ambito di una più ampia analisi – tra mondi e religioni, la diffidenza. Spesso sembra realista dire che lo scontro, violento o culturale, sia inevitabile. Appare coraggio; ma è paura in un mondo disumano. La violenza non è coraggio.
È stato Nicolas Sarkozy, ministro degli interni di Francia ad aprire ieri il dibattito al meeting interreligioso di Lione. Ne è seguito un trialogo tra ebrei, cristiani e musulmani, coordinato da Bruno Frappat, presidente della Bayard, nel quale il card. Walter Kaspern ha ribadito che dobbiamo togliere la maschera religiosa ai terroristi che sono solo dei criminali. Le religioni infatti proclamano la misericordia Dio.
Ezzedin Ibrahim, Presidente Advisor, negli Emirati Arabi Uniti, ha indicato nel terrorismo il fallimento globale dell’umanità, mentre il Gran Rabbino di Israele Yona Metzeger, si è espresso con una metafora: Il mondo attuale è così piccolo che tutti navighiamo sulla stessa imbarcazione, e un piccolo buco può mettere in pericolo tutti.
Una società più pluriculturale e più plurireligiosa non è utopia, ha aggiunto lo storico francese Jean-Dominique Durand, presidente della Fondazione Fourvière: La presenza tra noi del presidente del Mozambico, un paese pacificato dopo un lungo conflitto, – ha concluso – mostra che non si tratta di sogni, ma di realtà .