Vita Chiesa

RELIGIONE: DIMINUISCONO GLI ATEI MA AUMENTANO GLI INDIFFERENTI

Calano nel mondo occidentale gli atei militanti ed organizzati ed aumenta l’indifferenza pratica. Perde cioè di rilevanza la questione di Dio e diminuisce il numero delle persone che frequentano la Chiesa. Insomma, è l’ascesa dell’homo indifferens che “vive di fatto come se Dio non esistesse”. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dal Pontificio Consiglio della cultura, in preparazione all’Assemblea plenaria che si svolgerà a Roma dall’11 al 13 marzo sul tema “La fede cristiana all’alba del III Millennio e la sfida della non credenza e dell’indifferenza religiosa”.

“Il dramma spirituale della nostra epoca – si legge nella “Instrumentum Laboris” che raccoglie tutte le risposte ricevute e che orienterà i lavori della Plenaria – è costituito dall’allontanamento silenzioso di intere popolazioni dalla pratica religiosa, e perfino da ogni riferimento alla fede. Non si tratta, come in passato, di manifestazioni isolate, legate ad alcune persone o da un’élite di intellettuali, ma di un fenomeno di massa”. Se prima l’ateismo e la non credenza erano fenomeni tipicamente maschili, urbani e propri di persone con un livello culturale medio-alto, oggi il fenomeno si estende anche alle donne. In crescita ovunque anche una nuova ricerca più spirituale che religiosa che non coincide con un ritorno alle pratiche religiose tradizionali. Si cercano cioè nuovi modi di vivere ed esprimere la religiosità, segno che “scienza e tecnologia moderne non hanno soppresso il senso religioso” nell’uomo senza però riuscire a colmarlo.

L’Instrumentum Laboris presenta il fenomeno della non credenza continente per continente. In Europa, la situazione di molti si può descrivere come “un essere nella chiesa ma non in Chiesa”, nel senso – spiega l’indagine vaticana – che “molti europei che oggi dichiarano di appartenere ad una delle Chiese in Europa, non vanno e vanno molto poco in Chiesa”. Secondo l’inchiesta condotta dal Pontificio Consiglio della cultura, i tre paesi europei con il maggior numero di persone che si dichiarano “senza religione” sono i Paesi Bassi (54%), il Belgio (37%) e la Francia (43%).

La Francia rimane uno dei paesi col maggior numero di atei dichiarati: il 14%. Tale percentuale è aumentata nel corso degli ultimi vent’anni, ma meno velocemente rispetto al numero di coloro che dicono di credere in una forza o in una potenza superiore. In Italia gli indifferenti si attestano attorno al 14%, di cui circa il 4% si dichiara ateo. Sorprendentemente, però, le recenti inchieste rivelano una maggiore partecipazione alla messa domenicale tra i ceti colti – il 30% dei laureati e il 25% dei diplomati.

E i giovani? Secondo una recente indagine per i giovani dai 18 ai 30 anni, la religione cattolica diventa “segno di appartenenza culturale più che identificazione religiosa, non manca la ricerca di un centro spirituale”. Cosa allontana l’uomo contemporaneo dalla religione tradizionale? Tra le cause, l’Instrumentum Laboris cita la “presunzione totalizzante della scienza moderna”; l’assolutizzazione dell’uomo come centro dell’universo; lo “scandalo del male o della sofferenza degli innocenti”; la contro-testimonnianza dei cristiani e della stessa Chiesa nel mondo, “come i casi dei preti-pedofili negli Stati Uniti”. Sir