Lettere in redazione
Regolarizzazione badanti, una tassa per le famiglie
E’ scattata l’operazione badanti. Una partita che potrebbe mettere in gioco fino a 750 mila richieste. Fino al 30 settembre si possono versare i 500 euro necessari per accedere alla sanatoria. Intanto è sull’onere che le famiglie italiane si troveranno a sostenere, che cominciano a circolare perplessità e qualche polemica. La Comunità di Sant’Egidio parla di «tassa per le famiglie» e di «una politica contro le famiglie, oltre che contro la dignità degli immigrati».
Le Acli ricordano che da pagare ci sono anche i contributi a partire dal primo luglio. Da qui a fine settembre, se le istanze arriveranno a 750 mila, l’incasso per lo Stato sarà di 450 milioni di euro, considerato il solo forfait di 500 euro che serve a sanare il lavoro in nero dal 1 aprile al 30 giugno. Oltre a questa somma, ricorda ancora l’Acli, «molte famiglie non sanno che bisogna versare i contributi all’Inps per il periodo che va dal primo luglio fino al momento in cui le famiglie saranno convocate allo sportello unico», struttura che da ottobre riceverà le domande di regolarizzazione. Ma, secondo l’Acli, c’è anche un altro aspetto. «Molti tenteranno di far passare per esempio un muratore, finora pagato in nero, per un collaboratore familiare».
E’ vero che alla fine questa «regolarizzazione» di colf e badanti sarà una sorta di «tassa per le famiglie» italiane, però mi sembra che tutto sommato sia un’iniziativa doverosa e corretta, tenendo anche conto delle norme introdotte dal «pacchetto sicurezza». Non solo perché permetterà a immigrati irregolari che già svolgevano un lavoro nelle famiglie italiane (ed erano ancora «irregolari» principalmente per le farraginosità della legislazione in materia di visti d’ingresso) di ottenere il permesso di soggiorno. Ma anche perché dovrebbe fare uscire allo scoperto una quota importante di «lavoro nero», con tutto quello che comporta (evasione fiscale, mancata copertura assicurativa e antinfortunistica del lavoratore). Certo, il rischio denunciato dalle Acli è reale: essendo prevista solo la regolarizzazione di badanti e colf, chi ha lavoratori immigrati di altro genere sarà tentato di dichiarare il falso pur di poterli mettere in regola e far rimanere nel nostro Paese.