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Regione, la nuova giunta e il maxi consiglio

di Simone PitossiSettantotto. È il numero che esce fuori sommando i consiglieri regionali ai componenti la nuova Giunta di Martini. Un numero imponente. «Gonfiato» in larga parte dai quindici consiglieri aggiunti dal nuovo Statuto ai 50 originari. Toscanaoggi aveva azzardato una previsione sui nomi dei nuovi consiglieri. Tutto ciò al netto di rinunce per mantenere altri incarichi, scelte di collegio (regionale o provinciale), nomine di assessori. Era un gioco, il cosiddetto «SeggioLotto». Reso possibile dall’eliminazione del voto di preferenza che aveva consegnato alle segreterie dei partiti la scelta dei nomi dei rappresentanti dei cittadini.

Previsioni azzeccate quasi del tutto. Infatti dei nomi anticipati il 13 marzo, ad un mese dalle elezioni, 62 su 65 sono quelli che hanno preso posto in Consiglio. Solo in tre sono mancati all’appello: Fragai, Maestrelli, Mancini. Agostino Fragai, è stato eletto ma poi nominato assessore per liberare il posto alla diessina pistoiese Daniela Belliti (comunque pronosticata). Mentre non ha fatto l’assessore Riccardo Nencini che è stato confermato presidente del Consiglio. Il lucchese Stefano Maestrelli non ce l’ha fatta a causa del cattivo risultato della lista dell’Ulivo a Lucca. Al suo posto è entrata la pisana Lucia Franchini. Rossana Mancini dei Verdi sarebbe dovuta subentrare a Fabio Roggiolani che era stato pronosticato assessore. Dopo un lungo braccio di ferro tra i Verdi e Martini, Roggiolani è rimasto al palo. E all’assessorato in quota «sole che ride» il presidente ha chiamato Marino Artusa. Che, guarda caso, è il marito di Rossana Mancini…

E così arriviamo alla Giunta regionale (nella foto). Anche qui, volti già visti e volti nuovi. La prima considerazione è che Martini sarà un «super presidente». Infatti alle sue deleghe aggiunge anche l’informazione e la comunicazione e le politiche energetiche. In secondo luogo gli assessorati pesanti (traffico e infrastrutture, sanità, agricoltura) rimangono tutti in quota Ds. La Margherita aumenta un assessore (passando a tre), ma di fatto Gelli e Salvadori si dividono le competenze che erano di Passaleva, mentre le attese erano forse diverse. Infine, la grande novità: il cosiddetto assessorato al perdono. Da capire, però, se servirà a dare maggiore efficacia alla cooperazione internazionale o se sarà un’operazione di immagine.

Una considerazione infine sugli «spazi» dell’aula del Consiglio che non è solo logistica. Sessantacinque poltrone dove prima ce n’erano cinquanta. Più tredici per gli assessori. Spazi ridotti all’osso per i giornalisti e pubblico confinato in poche sedie. Dopo aver tolto il voto di preferenza e, con questo, la possibilità di scelta agli elettori dei loro rappresentanti si è fatto un passo ulteriore. Si sta rendendo difficile la possibilità ai cittadini di partecipare ai lavori del Consiglio. Tutto ciò dopo una campagna elettorale presentata all’insegna della «partecipazione». Questo non è un buon segnale.

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