Toscana
Regione, battaglia sulla preferenza
«Le primarie osserva il capogruppo Ds in Consiglio regionale Paolo Cocchi potrebbero essere lo strumento giusto ma, pur lasciando ai partiti ed alle coalizioni la libertà di farvi ricorsi o meno, per garantirne la funzionalità democratica dovranno essere regolamentate per legge». «I Ds aggiunge sono critici nei confronti del voto di preferenza perché innesca elementi distorcenti, come l’elevato costo della campagna elettorale e, comunque, gli elettori sarebbero chiamati a scegliere tra due candidati scelti dalle segreterie dei partiti». «Tuttavia spiega vediamo nel voto di preferenza anche alcuni aspetti positivi in quanto è comunque un meccanismo che dà una maggiore possibilità di rinnovo della rappresentanza politica». «Noi conclude vogliamo andare oltre e studiare un meccanismo che consenta una maggiore partecipazione democratica nella scelta delle candidature».
Ma non c’è solo l’Udc a criticare la scelta dell’abolizione delle preferenze. Come detto c’è anche la Magherita che è al governo in Toscana insieme ai Ds. «L’eliminazione delle preferenze dalla nuova legge elettorale regionale osserva il consigliere regionale Gianluca Parrini sarebbe un duro colpo per la democrazia e per i cittadini, che vedrebbero fortemente limitata la loro libertà di scelta». Per Parrini il mantenimento delle preferenze rappresenta «una questione fondamentale di democrazia: altre soluzioni, infatti, pur corredate dal palliativo delle primarie, ridurrebbero fortemente la possibilità degli elettori ad esercitare il loro sacrosanto diritto di scelta degli amministratori, obbligandoli a ratificare soluzioni precostituite come al solito all’interno dei palazzi della politica». Se il Consiglio regionale dovesse davvero approvare una legge «riduttiva delle prerogative del corpo elettorale», secondo l’esponente della Margherita «diventerebbe automatico, in nome della democrazia, promuovere la raccolta di firme per l’indizione di un referendum popolare abrogativo delle nuove norme, consentendo ai cittadini finalmente di esprimersi». Per Parrini «al referendum non ci sarebbero infatti alternative». Sullo strumento referendario Parrini aggiunge anche altro. «Sarebbe opportuno afferma che a presiederne il comitato promotore fossero chiamati i professori fiorentini e i rappresentanti di quei movimenti e di quei comitati che da tempo stanno movimentando la politica, fiorentina e non, che su questo tema della legge elettorale, fondamentale per la democrazia, in tutta franchezza appaiono distratti e disattenti». «Se legge truffa sarà conclude il consigliere regionale sappiano i colleghi di destra e di sinistra che la sua attuazione dovrà passare dal vaglio democratico dei cittadini».