Toscana
Regionali, era già tutto previsto
Ancora una volta la Toscana si dimostra un caso a sé nel panorama elettorale italiano. Qui il centro-sinistra «tiene» senza grossi problemi. Certo, le tendenze di fondo si ritrovano anche da noi. A partire dall’astensionismo, che anzi è di 3 punti sopra la media nazionale (-10,05). Ma qui c’entra sicuramente la legge elettorale toscana che rende l’esito del voto così prevedibile da farlo apparire quasi inutile. I partiti hanno perso qualcosa come 311 mila toscani dal 2005 ad oggi. Così Monica Faenzi perde 70 mila voti rispetto ad Antichi ed Enrico Rossi, che pure sfiora il 60% dei consensi ne lascia per strada 129.600 nei confronti dell’ultimo Martini che non aveva neanche l’appoggio di Rifondazione.
Cresce invece l’Udc, non solo in termini percentuali (dal 3,66 al 4,8%) ma anche in voti (+6.362). E volano, come nel resto d’Italia, la Lega Nord (+75.639 voti) e soprattutto l’Idv (+127.325). Il divario tra centro-sinistra e centro-destra rimane però in Toscana pressoché immutato (411 mila voti). E il Pd, nonostante l’emorragia di voti, rimane il più grande d’Italia con il suo 42,2%. Non solo. Se si guarda ai voti più recenti (Europee e Comunali), il Pdl ritorna sotto ovunque, anche in città come Prato dove aveva battuto il centrosinistra.
Questa volta anche la sinistra estrema appoggiava il candidato del Pd. Complessivamente quest’area raccoglie 137 mila voti. Rifondazione da sola nel 2005 ne aveva 148.103, ai quali vanno aggiunti almeno i 77.126 del Pdci e i 50.235 dei Verdi. In totale 275 mila voti che si sono quasi dimezzati.
Alle Europee del 2009 il Pdl aveva 654.478 voti. In un anno ne ha persi 242.360, più di un terzo. E la Lega aumenta «solo» di 8.603. Stesso discorso per il Pd che in un anno perde 164.210 consensi mentre l’Idv cresce solo di 2 mila voti. Anche nei confronti delle Politiche 2008 il Pdl perde 337 mila voti, quasi la metà dei consensi ottenuti allora (749.122), solo in parte compensata dalla crescita della Lega (+50.218 voti).
Sul fronte opposto il Pd cala di 469 mila consensi e l’Idv cresce di 60 mila voti. Così anche l’Udc che pure è in crescita percentuale negli ultimi anni (dal 3,66 delle regionali 2005 al 4,8 di oggi) alle politiche del 2008 aveva 98.573 voti, un anno dopo alle Europee 96.731 e oggi siamo scesi a 72.548.
Un mese fa, avevamo detto che la partita era truccata: liste presentate, consiglieri eletti. Avevamo detto che questa legge elettorale aveva esautorato i cittadini dal diritto di eleggere i propri rappresentanti. Avevamo detto anche che i giochi erano già stati fatti nelle segreterie dei partiti (Regionali, torna il «Seggiolotto»: ecco i 55 «nominati»). Com’è andata? Purtroppo avevamo ragione. Nonostante il grande astensionismo che ha colpito soprattutto i partiti maggiori. Nonostante la grande avanzata di Italia dei Valori e Lega Nord. Nonostante lo sbarramento al 4%. Abbiamo preso al primo colpo 53 consiglieri su 55 eletti. E, con le possibili varianti che avevamo indicato, facciamo «en plein».
Andiamo a vedere allora come avevamo scritto il 7 marzo scorso come sarà composto il nuovo Consiglio regionale. Innanzitutto saranno 6 i partiti che varcheranno la soglia di Palazzo Panciatichi: tre per la maggioranza (Pd, Idv, Federazione della Sinistra), gli altri tre per l’opposizione (Pdl, Lega, Udc). È rimasta fuori per una manciata di voti (con il 3,8%) «Sinistra, ecologia e libertà». Tutto come previsto.
Entriamo nello specifico iniziando dalla coalizione di maggioranza. Erano 32 (più il presidente eletto, Enrico Rossi) i seggi spettanti: 24 sono andati al Partito democratico (avevamo detto 25), 5 all’Italia dei valori (avevamo detto 4), 3 alla Federazione della Sinistra-Verdi (come avevamo detto). Nel Pd che perde la maggioranza assoluta dell’assemblea risultano eletti i 5 del listino (Andrea Manciulli, Caterina Bini, Pieraldo Ciucchi, Daniela Lastri, Alberto Monaci). Poi in 19 dalle circoscrizioni provinciali. Da Massa Carrara arriva Loris Rossetti, da Lucca Marco Remaschi e Giovanni Ardelio Pellegrinotti, da Pistoia Gianfranco Venturi, da Livorno Matteo Tortolini e Marco Ruggeri, da Siena Marco Spinelli e Rosanna Pugnalini, da Prato Fabrizio Mattei, da Arezzo Vincenzo Ceccarelli e Enzo Brogi, i pisani Ivan Ferrucci e Pier Paolo Tognocchi, da Grosseto Anna Rita Bramerini (che però dovrebbe tornare a fare l’assessore e quindi lasciare il posto a Lucia Matergi).
E fin qui tutto secondo copione. Discorso a parte per Firenze dove invece saranno 5 (e non 6 come previsto): Vittorio Bugli, Gianluca Parrini, Alessia Ballini, Paolo Bambagioni, Nicola Danti. Resta escluso Eugenio Giani: potrebbe essere recuperato se uno dei fiorentini Bugli in «pole position» fosse chiamato da Rossi in Giunta.
Il seggio «perso» dal Pd a Firenze (secondo le nostre previsioni) è guadagnato dai dipietristi dell’Idv che, forti di un 9,4%, se ne aggiudicano 5. Ovvero tutto il listino: Fabio Evangelisti, Pancho Pardi, Sonia Alfano, Marco Manneschi e Giuliano Fedeli. Considerato che i primi tre (Evangelisti, Pardi e Alfano) sono già parlamentari, potrebbero lasciare il posto ai primi dei non eletti. E quindi dovrebbero entrare questo l’avevamo detto tra le possibilità Cristina Scaletti (Firenze), Maria Luisa Chincarini (Pisa) e Marta Gazzarri (Livorno).
Infine i 3 consiglieri (tutti del listino) della Federazione della Sinistra: Monica Sgherri (Rifondazione), Paolo Marini (Pdci), Mauro Romanelli (Verdi). Rimane fuori, come detto, Sel che, forse, verrà ricompensata da Rossi con un assessorato.
E ora passiamo all’opposizione. Faceva gara solitaria l’Udc capeggiata da Francesco Bosi. Con il 4,8% si è aggiudicata 2 seggi (come previsto). Sia Bosi che Nedo Poli (candidato del listino) lasceranno il posto perché entrambi deputati: entrano quindi Marco Carraresi (Firenze) e Giuseppe Del Carlo (Lucca). Per entrambi una conferma.
Eccoci ai due partiti che appoggiavano la sconfitta Monica Faenzi: si aggiudicano 19 seggi, 16 vanno al Pdl (avevamo detto 17) e 3 alla Lega Nord (avevamo detto 2) che ha ottenuto un lusinghiero 6,5%. Per il Pdl entrano i cinque del listino: Alessandro Antichi, Stefania Fuscagni, Salvatore Bartolomei, Marco Taradash e Stefano Mugnai. Tre di questi sono presenti anche come capolista in altrettante circoscrizioni provinciali (Fuscagni a Firenze, Mugnai ad Arezzo, Taradash a Livorno): diamo per scontato (ma non lo è ) che optino per il listino. Gli eletti nelle circoscrizioni sarebbero 11: Paolo Ammirati (Arezzo), Andrea Agresti (Grosseto), Giovanni Santini (Lucca), Jacopo Ferri (Massa Carrara), Giovanni Donzelli (Pisa) Roberto Benedetti (Pistoia), Alberto Magnolfi (Prato), Claudio Marignani (Siena) e Maurizio Zingoni (Livorno). Poi 2 (e non 3) arrivano da Firenze: Nicola Nascosti e Paolo Marcheschi. Per quanto riguarda la Lega entra Antonio Gambetta Vianna dal listino e poi Claudio Morganti da Firenze (che è già parlamentare e potrebbe lasciare il posto a Gianluca Lazzeri) e Marina Staccioli da Lucca. Un capitolo a parte merita Monica Faenzi: se manterrà l’incarico di parlamentare e non entrerà in Consiglio probabile lascerebbe il suo posto non a un esponente del Pdl ma al quarto della Lega: Dario Locci da Arezzo (ops, questo ci era sfuggito…).
Comunque: siamo stati bravi? Sì, potrete pensare. Purtroppo però è il meccanismo elettorale che rende tutto prevedibile. Anzi, previsto
Due impegni per il Presidente e Monica Faenzi
Due inviti a Enrico Rossi (nuovo presidente) e Monica Faenzi (capo dell’opposizione).
1) Avevamo chiesto al vincitore di impegnarsi per cambiare questa pessima legge elettorale. Rinnoviamo l’invito: anche perché Rossi, nel nostro forum preelettorale, ci aveva detto di essere d’accordo per il ritorno al voto di preferenza. Mantenga l’impegno prima possibile.
2) Per la giusta dialettica della democrazia (maggioranza-opposizione) chiediamo alla Faenzi che dopo essere entrata in Consiglio ci rimanga. Lasci il suo incarico di parlamentare e di sindaco e non viceversa. Il Pdl avrebbe così un vero capo in Consiglio secondo il ruolo assegnato anche da questa legge elettorale che riserva un seggio al miglior perdente tra i candidati presidente votata da Pd e Pdl e ancora difesa da quest’ultimi.
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