Vita Chiesa

Referendum, qual è la posta in gioco?

DI DON FRANCESCO SENSINIIl card. Tonini in una intervista ha affermato: «Mi sembra che molti non capiscano l’entità della posta in campo con i referendum. Di che cosa si discute davvero». In realtà i commenti che ho sentito, dopo l’invito ai cattolici da parte del card. Ruini di non andare a votare per il referendum, si limitavano a «giudicare» non le motivazioni dell’intervento ma la sua liceità o meno. «Ci risiamo, ecco la chiesa che fa politica!». «La chiesa dovrebbe solo interessarsi al vangelo piuttosto che alla politica!». «Io sono cattolico, ma ho le mie idee politiche!». Quella del rapporto chiesa e politica è certamente una realtà che ha prodotto luce ma anche tante ombre. E come accade, è più facile ricordare le ombre che le luci.In questo caso dobbiamo, allora, ragionevolmente, chiederci: per quali valori, per quali principi la Chiesa invita a non andare? Sulla base della biologia e della ricerca scientifica internazionale, la Chiesa crede che con la fusione dei gameti inizi l’individuo. Siccome, con il referendum è proprio in gioco questa visione dell’«inizio», la Chiesa ha sentito il dovere di chiarire la propria posizione ed ha espresso nel non-voto la sua scelta politica. Rimane intatta la libertà di avere altre visioni, altri punti di vista e di assumere conseguentemente la scelta politica.

Pensandoci bene, ho la sensazione che questo referendum sia un magnifico «segno dei tempi»: sono chiamato infatti a verificare il mio essere cattolico, sono stimolato a chiedermi, anche se apparentemente per altri, da dove vengo, che valore do alla vita, come considero gli altri, chi è l’uomo…

Solo pensando a me stesso, è senza dubbio vero che se mia madre o chi per lei non avesse permesso a quell’ovulo fecondato di andare avanti, io, oggi non ci sarei, non esisterei. Quindi c’ero già, esistevo già. Ed ero io, come lo sono adesso. Non capivo, non avevo coscienza, non avevo responsabilità… ma esistevo. Potrei affermare che quelli che non capiscono, non hanno coscienza, non hanno responsabilità, non esistono?

Ed è proprio la Parola di Dio, di cui la chiesa è discepola, che incredibilmente salva la scienza e l’uomo. Rivelandomi che l’esistenza, la vita, è un dono di Dio, mi toglie qualsiasi pretesto per negarla. Vita sana e vita malata, vita intelligente e vita deficiente, vita eroica e vita sprecata, vita cosciente e vita incosciente : la sfida che gli uomini di scienza devono affrontare è in quegli aggettivi non nel sostantivo. È come se per evitare a mio figlio le difficoltà della vita gliela togliessi. Sarebbe il segno più evidente della mia sfiducia in lui, nella sua capacità di essere più forte delle difficoltà e nella sua libertà di affrontarle.