Italia

Referendum: il Veneto sceglie l’autonomia. In Lombardia affluenza al 40%

Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, vince la sua scommessa: al referendum consultivo – tenutosi ieri – per chiedere maggiore autonomia al Governo votano il 60% degli aventi diritto e i sì raggiungono il 98%. «Questo è il big bang delle riforme, è una vittoria dei veneti e dei nuovi veneti», afferma Zaia. «Vogliamo che i nove decimi delle tasse restino nella nostra regione». Ora il Veneto avvierà le procedure per i negoziati con Roma.

Sulla stessa linea il presidente della Lombardia, Roberto Maroni. Il referendum nella sua regione era consultivo, ma senza quorum, e sperimentava il voto elettronico. Ma i votanti si sono fermati a quota 40%. Maroni comunque si definisce «pienamente soddisfatto per il risultato» (i sì sono al 95%). Anche la Lombardia avvierà trattative con il Governo per chiedere maggiore autonomia, più competenze e maggiori fondi di bilancio. Gianclaudio Bressa, sottosegretario del Governo Gentiloni, riconosce l’esito del voto e afferma che sarà avviato un confronto «sul modello emiliano», dove i colloqui Regione-Governo sono già stati avviati senza il ricorso al referendum.

Un commento indiretto – sollecitato dai giornalisti, con un paragone alla Catalogna – al voto lombardo-veneto è venuto dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani: «Questi due referendum sono legittimi, mentre quello catalano non lo era. E poi il referendum catalano era per l’indipendenza, mentre quelli di Lombardia e Veneto sono consultivi e per chiedere più autonomie. Guai, comunque, a interpretare questi due referendum odierni come l’inizio di una stagione indipendentista».