Lettere in redazione
Referendum, dai cattolici una prova di unità
Ma la vicenda referendaria ci ha anche insegnato che i cattolici, ormai metabolizzata la diaspora e la fine dell’unità politica, hanno saputo ritrovare un’unità di intenti assai significativa e che va ben al di là del pur importante contributo al risultato referendario. In poche parole, senza esitazione e con grande senso di responsabilità, hanno saputo superare gli steccati delle rispettive appartenenze e convogliare energie ed impegno nel progetto di difesa della vita umana.
Sia chiaro, personalmente non teorizzo alcuna rottura dello schema bipolare di questo paese che, pur con i suoi limiti e le sue contraddizioni, ha contribuito non poco al rinnovamento del nostro sistema politico. Penso, invece, alla necessità di utilizzare un luogo anche fisico ove i cattolici militanti in entrambi gli schieramenti possano ritrovare quelle condizioni di serenità e di fraternità di rapporti per recuperare non l’unità politica, quanto l’unità sui valori fondamentali che devono vivere ed incarnare al meglio. Questo luogo fisico c’è già: è il Collegamento Sociale Cristiano (CSC) che con l’instancabile ed insostituibile guida del vescovo di Prato monsignor Gastone Simoni sta operando da anni in questa direzione.
Io non ho la certezza come ha questa gente (sia quelli del sì che quelli del no) come ha onestamente detto qualcuno, ma non condivido affatto il modo rinunciatario e antidemocratico di astenersi. Ciò è meschino anche per un cristiano che dovrebbe essere abituato a dire «sì» e «no» e basta.
Ho constatato la forza coagulante della difesa della vita da parte della gente della mia generazione. E questo è un fatto nuovo e sorprendente, che mi dicono non si era mai dato prima in queste proporzioni. Laici illuminati e credenti, cattolici di destra e di sinistra sono riusciti nell’impresa di mettere da parte politica e divisioni con l’obiettivo comune di difendere la vita.
La vera Italia è lì in quelle persone che non hanno da difendere «poltrone o sedie», che non mirano ad incarichi futuri, ma si guadagnano la vita quotidianamente col sudore, e sono capaci quindi di non scendere a patti con la propria coscienza. Congratuliamoci con loro! Sono il futuro del nostro paese.
Sappiamo benissimo che questi eventi tragici sono stati causa di migliaia di bambini morti (non è vita quella?) sotto le bombe intelligenti o/e per mancanza di medicine, eppure quanta incoerenza tra i cattolici nostrani che scendevano nelle piazze sventolando la bandiera italiana contrapponendola a quella della pace: «tutti volevano la pace».