Toscana

REFERENDUM: AMMINISTRATORI TOSCANI PER IL «NO»

“Dieci buone ragioni per recarsi domenica o lunedì alle urne e votare no”. E’ l’appello “a bocciare la riforma della Costituzione, approvata alla fine della passata legislatura”, che arriva dal coordinamento amministratori del centrosinistra della Toscana. L’impegno a raccogliere le firme se lo è preso il presidente della Regione Claudio Martini. E, fino a questo pomeriggio, lo avevano già sottoscritto tutti e dieci i presidenti delle Province, 119 sindaci o assessori di altrettanti comuni, 19 delle venti Comunità montane, l’Unione delle Province, l’Associazione toscana dei comuni e l’Uncem, che riunisce appunto le comunità montane.

“Il referendum del 25 e 26 giugno è una battaglia di grandissimo valore – sottolineano in coro gli amministratori -. Per questo è fondamentale che domenica e lunedì ci sia un’ampia partecipazione”. Dieci sono le ragioni indicate da Martini e dagli amministratori locali “per votare no”. Al primo posto un “no ad una riforma che stravolge la nostra Costituzione riscrivendo ben 53 articoli”, ma anche un no ad una riforma “che rinvia al 2016 la riduzione del numero dei parlamentari”. Poi c’é il “no” all’idea di ridurre “il ruolo del Presidente della Repubblica a quello di notaio – si legge nell’appello – che ratifica le scelte altrui” e anche a chi vorrebbe conferire “al premier poteri che nessuno Stato democratico prevede e lo rende sostanzialmente inamovibile”.

No deciso, poi, “alla rottura dell’unità del Paese” e al “caos che ne deriverebbe nelle competenze legislative tra Camera e Senato”. Il no, inoltre, per i firmatari “servirebbe a costruire un rapporto tra le istituzioni non conflittuale e confuso, ma solidale e cooperativo”, impedendo la regionalizzazione di “diritti fondamentali come salute, istruzione e sicurezza”, difendendo i diritti fondamentali dei cittadini, dalla scuola alla sicurezza, alla salute. Infine il “no”, concludono gli amministratori di centrosinistra della Toscana, “é soprattutto l’unico modo per riaprire un percorso di riforme costituzionali condivise da tutti”. (ANSA).

Costituzione, un «sì» o un «no»