Toscana

REFERENDUM: A FIRENZE CON SCALFARO CORTEO PER ‘NO’ RIFORMA CDL

Bandiere e gonfaloni per dire no alla riforma costituzionale votata dal centrodestra. E’ partita ieri sera da Firenze la campagna dei comitati “Salviamo la Costituzione” per il no al referendum del 25 e 26 giugno. Il corteo – 45mila persone secondo gli organizzatori, 25 mila secondo la questura – ha percorso il centro storico della città, da piazza Indipendenza a piazza della Signoria. In prima fila, l’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il ministro per i Rapporti con il Parlamento e per le Riforme istituzionali Vannino Chiti, il segretario toscano della Cgil Luciano Silvestri e i responsabili dei comitati, tra i quali la giornalista Sandra Bonsanti. Alle loro spalle uno sventolare allegro di bandiere, tra le quali quelle di Ds, Margherita, Udeur, Idv, Cgil, Cisl e Uil, Acli, Arci, Studenti di sinistra, quelle color arcobaleno della pace, e diversi gonfaloni di Comuni della Toscana. Tanti i cartelli con la scritta “Salviamo la Costituzione”, alcuni hanno preferito l’ironia o la rabbia, come “La Costituzione della Resistenza oggi sfregiata dalla prepotenza” oppure “Calderoli non farci ridere, lo sappiamo che non sai scrivere”.

Scalfaro, in perfetta forma, è stato la star della serata, attorniato dai manifestanti che gli chiedevano cosa ne pensasse della riforma, che gli stringevano la mano, che si congratulavano e lo ringraziavano per la sua presenza. Scalfaro, nella conferenza stampa che ha preceduto il corteo, è stato netto nello stigmatizzare una riforma votata dalla sola maggioranza, “senza un consenso ampio”.

“Si va al referendum – ha sottolineato – perché le doppie votazioni non hanno mai raggiunto i due terzi. Se il centrodestra avesse raggiunto questo quoruum non ci sarebbe stato il referendum”. Per l’ex capo dello Stato, comunque, la Costituzione non è intoccabile. “Quel che è intoccabile – ha detto – sono i diritti fondamentali che in essa sono contenuti e che hanno garantito la democrazia in questo paese per tanti anni”. Per Scalfaro, la riforma del centrodestra “mortifica il Parlamento e riduce a nulla il Capo dello Stato”. “Il potere di scioglimento delle Camere – ha aggiunto – viene dato al primo ministro senza contrappesi e garanzie. Queste cose fabbricano un primo ministro onnipotente. E veramente gli italiani sognano questo a 63 anni dalla caduta di un primo ministro onnipotente?”.

Per il ministro Chiti, la riforma del centrodestra è “un pasticcio orrendo di cui non c’é da stupirsi dal momento che è il frutto di un compromesso”. “Al suo interno – ha spiegato – ci sono pezzi che andavano bene alla Lega Nord, altri pezzi, opposti, che andavano bene ad An e altri ancora opposti che voleva l’ Udc”. Chiti tuttavia apre con chiarezza, nel dopo referendum, le porte al dialogo. “Noi vogliamo che le riforme sino il frutto di una larghissima convergenza, non solo tra le forze politiche, ma anche attraverso il dialogo con i sindacati, le organizzazioni degli imprenditori e il mondo della cultura. Il giorno dopo il referendum apriremo il confronto. Non faremo riforme con la sola maggioranza di Governo, Questo è il nostro impegno solenne”. Scalfaro, che ritorna sul rischio del primo ministro onnipotente, conclude però con una battuta: “Se questa riforma dovesse mai andare in vigore- ha detto sorridendo – il primo presidente del consiglio onnipotente sarebbe Romano Prodi”. (ANSA).

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