Arezzo - Cortona - Sansepolcro
Ravasi ad Arezzo rende omaggio a Vasari.
La giornata prevede alle 11.30 l’inaugurazione, da parte del cardinal Ravasi, del restauro della Pala Albergotti, presso la Badia delle Sante Flora e Lucilla. Ad illustrare l’opera, il professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani. A seguire, il concerto del soprano Eva Mei. Alle 18 il porporato terrà in Cattedrale una lectio magistralis sul tema «L’invisibile nel visibile: Arte e Fede». «Ravasi verrà in diocesi a trattare uno dei temi forti del nostro antico Rinascimento – spiega l’arcivescovo Fontana -. Renderà omaggio al “grande” Giorgio e al suo gusto per il bello. Questa è una vera e propria presa di posizione della nostra Chiesa. È la bellezza che salva il mondo. È necessario recuperare questo messaggio, questa visione antropologica che è contenuta nel Vangelo». Il cardinal Ravasi è autore di numerosi libri di divulgazione biblica e di esegesi e da anni collabora con i quotidiani L’Osservatore Romano, Il Sole 24 Ore e Avvenire, il settimanale Famiglia Cristiana e il mensile Jesus. Il 20 novembre 2010 è stato creato cardinale da papa Benedetto XVI che gli ha assegnato la diaconia di San Giorgio in Velabro. L’evento del 1° giugno si inserisce all’interno delle iniziative promosse dalla diocesi per celebrare il cinquecentenario della nascita di Giorgio Vasari, e che vedono il loro perno nella mostra «Santo è bello», ospitata in Palazzo Vescovile, che raccoglie, tra i suoi tesori, alcune tra le più importanti opere vasariane, a partire dagli stendardi processionali, Il Cristo nell’orto degli Ulivi e i pannelli dei Santi Donato e Domenico. Un’esposizione che, ad un mese dall’inaugurazione, sfiora già quota 2500 visitatori.
«Questo è il Vasari “nazionalpopolare”, affatto retorico, poiché con queste pitture doveva eccitare la devozione dei fedeli e lasciare memoria di sé in città», spiega Serena Nocentini, direttrice dell’ufficio diocesano beni culturali. Nella mostra sono presenti anche opere di Spinello Aretino, Bartolomeo della Gatta, Luca Signorelli e tanti altri. «Alcuni oggetti sono stati spostati, in via eccezionale, dalla convenzionale sede del Museo Nazionale d’arte medievale e moderna di Arezzo», spiega Agostino Bureca, soprintendente di Arezzo. Una scelta definita «controcorrente» dalla soprintendenza, frutto della stretta collaborazione con la diocesi.