Italia

Rapporto Istat: famiglia, voce inascoltata

Le famiglie povere italiane vivono al Sud, sono composte da 5 o più componenti, hanno figli minori o anziani a carico. È quanto emerge dai dati resi noti, il 6 ottobre, dall’Istat sulla povertà relativa in Italia. La soglia di povertà relativa è calcolata dall’Istat sulla base della spesa familiare rilevata tramite l’indagine annuale sui consumi. Il campione è di 28.000 famiglie. Abbiamo sentito il parere di Luisa Santolini, presidente del Forum delle associazioni familiari che apprende i dati Istat con “molta amarezza ma nessuna meraviglia” richiamando la “grave responsabilità” delle istituzioni nazionali e locali.

I DATI. Nel 2004 le famiglie italiane che vivono in condizione di povertà relativa sono 2 milioni 674mila, pari all’11,7% delle famiglie residenti, per un totale di 7 milioni 588mila individui, il 13,2% dell’intera popolazione.L’incidenza della povertà relativa resta sostanzialmente inalterata rispetto agli anni precedenti. Gli aumenti statisticamente significativi riguardano, invece, le famiglie residenti nel Mezzogiorno, le famiglie numerose (5 o più componenti) e quelle con figli minori o con anziani (del Centro e del Mezzogiorno). Gli unici segnali di miglioramento si osservano nel Nord e in particolare in Friuli Venezia Giulia e nella provincia di Bolzano. La percentuale nazionale dell’11,7% viene infatti dalla media del 4,7% registrato al Nord, del 7,3% registrato al Centro e del 25% del Mezzogiorno.

IL SUD. Al Sud il tasso di povertà relativa è aumentato di oltre 3 punti percentuali: nel 2003 era infatti al 21,6%. Se si considerano inoltre le situazioni più a rischio, a cominciare dalle famiglie con molti figli, l’incidenza della povertà raggiunge il 41%. Nelle Regioni del Mezzogiorno l’incidenza di povertà relativa raggiunge le percentuali più alte in Basilicata (28,5%) e in Sicilia (29,9%). Le famiglie con 5 o più componenti presentano ovunque livelli di povertà elevati. In media, quasi un quarto di queste famiglie risulta relativamente povero, ma nel Mezzogiorno la percentuale sale ad oltre un terzo di quelle residenti.

LE FAMIGLIE NUMEROSE. La presenza di un elevato numero di figli, in particolare di figli minori, si associa con livelli di povertà più elevati della media: nel Mezzogiorno, se i figli minori sono 3 o più, l’incidenza raggiunge il 41%.

Critica appare anche la condizione degli anziani: l’incidenza della povertà è pari al 15% tra le famiglie con almeno 1 componente di oltre 64 anni di età e raggiunge il valore massimo (17,3%) quando in famiglia è presente più di un anziano. Il disagio relativo è più evidente nelle Regioni del Nord dove, a fronte di un’incidenza media del 4,7%, le coppie anziane povere sono il 7,2% e gli anziani soli poveri il 6,8%.

“CON AMAREZZA E SENZA MERAVIGLIA”, la presidente del Forum delle associazioni familiari, LUISA SANTOLINI, apprende i dati Istat sulla povertà relativa delle famiglie italiane, rimasta sostanzialmente invariata rispetto agli anni passati ma fortemente peggiorata al Sud, nelle famiglie numerose e con figli minori e anziani in carico. “Sono dati che confermano – commenta – quello che il Forum delle famiglie sta dicendo ormai in maniera allarmante ma evidentemente inascoltata da molto tempo. Quando siamo sorti 10 anni fa prendemmo il problema della povertà correlata al mondo dei figli come un criterio per migliorare le politiche familiari e per affrontare contemporaneamente il problema della povertà, il problema demografico e il problema dell’equità fiscale. Con amarezza, ma senza alcuna meraviglia non possiamo che registrare questa costanza, anzi questo peggioramento. È segno che tutte le politiche assistenziali e di tamponamento non sono servite a nulla e che occorrono per la famiglia riforme strutturali che incidano davvero sulla capacità non solo di arrivare alla fine del mese ma di crescere ed educare i figli”. La presidente del Forum richiama “la grave responsabilità delle istituzioni a livello nazionale e locale per questa palese ingiustizia che viene fatta nei confronti delle famiglie con figli”.

Riguardo alla finanziaria, aggiunge: “Era stato promesso un aumento delle deduzioni per i figli a carico ma è stato tutto prontamente rimangiato. C’è un fondo indistinto con provvedimenti che sono ancora sconosciuti ma che non promettono niente di buono: si va dagli anziani al bonus per il secondo figlio ai libri scolastici, senza un disegno organico e una prospettiva strutturale. E il prossimo anno, sarà tutto da rifare”.